La storia e la natura dell’isola sono da sempre un’ispirazione per racconti e fiabe. Andiamo a scoprirne una che ha come protagonista l’antro più famoso del mondo
È una piccola perla poco nota della vastissima letteratura che riguarda l’isola di Capri e i suoi miti: La favola della Grotta Azzurra di Wilhelm Waiblinger (1804-1830), scrittore tedesco, che nell’ultima parte della sua breve e tormentata vita viaggiò a lungo nel Sud Italia, rimanendo incantato dall’isola, dove approdò nel 1828.
Il libro
Uno dei punti di riferimento della cultura a Capri è la casa editrice e libreria La Conchiglia, che offre uno sconfinato catalogo di pubblicazioni sull’isola in tutte le sue sfaccettature. Curiosando nel catalogo oltre ai più recenti best seller ci soffermiamo sulle prime pubblicazioni de La Conchiglia, che vanta una storia più che trentennale. A guidarci è Vincenzo Sorrentino patron e anima della casa editrice assieme alla madre Ausilia Veneruso e a Riccardo Esposito, che, mostrandoci una rara copia del libro, ormai fuori catalogo, spiega: «Wilhelm Waiblinger, per sua stessa ammissione, non visitò mai la Grotta; la sua è dunque la descrizione di un luogo immaginato, forse più che immaginario, ancora una volta a testimonianza della peculiare prerogativa di quest’isola di generare o, in questo caso, rigenerare con corroborante anelito mediterraneo, quella che sarà la mediterraneizzazione di Douglas, miti e topoi di ispirazione nordica. La sua pubblicazione, come del resto quella dell’Improvisatoren di Andersen, per restare in ambito di nomi illustri della fiaba, è inoltre significativamente antecedente a quella del libro di Kopisch fautore della riscoperta della Grotta nel 1826, ma che ne pubblicò la storia solo nel 1838.»
La fiaba
Senza scendere nei dettagli della trama, che lasciamo a voi il piacere di scoprire, ci troviamo davanti ad una vera e propria fiaba che rispecchia i canoni del tempo, codificati un secolo dopo da Vladimir Propp, in una contaminazione fra personaggi dalle chiare origini nordiche (Manfred e la sua bella Manuele) e tutto un pantheon di creature mitologiche e spiriti custodi o anima stessa di luoghi fisici come la Grotta ed il Vulcano. Rivelatore della personalità di Waiblinger è l’espediente narrativo perla narrazione della fiaba, contestualizzata come racconto orale dopo un momento conviviale durante un’immaginaria escursione a Villa Jovis di Don Guglielmo (come si faceva chiamare a Capri Waiblinger, a dimostrare il suo sentirsi a casa), i Pagano (proprietari della locanda ove soggiornava) e alcuni personaggi del luogo. Una storia gradevole e scorrevole, che consigliamo di leggere tutta d’un fiato se avrete la fortuna di imbattervi in una delle copie, ormai fuori catalogo.
Ugo Canfora
Credit: Costantino Esposito