La stilista Sonja De Lennart si racconta in un’intervista in esclusiva a Isola di Capri Portal
Decisamente sbalorditiva la storia della donna che inventò i Capri Pants rendendo incredibilmente profondo il ruolo che la moda ha assunto, dal secondo dopoguerra, in quella che fu una vera e propria rivoluzione culturale scoppiata nell’universo femminile.
Sonja De Lennart ha la stessa statura minuta di Lady Gaga o di Elizabeth Taylor ma, dall’altezza dei suoi 102 anni, ci racconta un paio di segreti sulle donne e di come ha trasformato, attraversandolo, il pianeta moda.
Poco prima della fine della Seconda Guerra Mondiale, nel 1945, in Prussia, la giovane inizia i suoi esperimenti per creare un pantalone femminile e sexy destinato anche alle donne più piccole di statura. Prima che potesse mostrare al mondo i suoi bozzetti, venne costretta a fuggire di fronte agli sconvolgimenti del dopoguerra. Fu una terribile avventura: con la figlia di tre anni, Sylvia, e incinta dell’altra, Eleonora, Sonja De Lennart saltò dalla finestra del primo piano di casa sua per sfuggire alle violenze sessuali perpetrate in quegli anni dai militari russi. Tra pericoli scampati e fughe, lei e la figlia vennero ritrovate vive sotto le macerie della loro casa bombardata. Nel 1945, private di tutto, fuggirono su un carro bestiame in Baviera, il classico rimbalzo in Baviera, come l’AFN di Monaco aveva chiamato un programma radiofonico del dopoguerra: i bavaresi odiavano i profughi di Prussia, soprattutto se vittime di persecuzioni politiche.
Com’è la sua vita oggi?
Leggo quotidiani ogni giorno e mantengo vivo il mio interesse. Amo stare in casa ma accetto di buon grado inviti a cena o a presentazioni di eventi e spazi, come il più recente al Museo di Berlino, il Fashion Museum Castle Meyenburg che a maggio inaugura il Sonja de Lennart’s Lifework.
Come ricorda la sua esperienza di lavoro a Capri?
La genesi dei pantaloni Capri è per me strettamente legata alla storia di quest‘isola e all’utilizzo dell’immagine di quel pescatore di Capri che veniva espressa in alcuni brani musicali. Il motivo per cui ho scelto per la collezione il nome Capri, affonda le radici nel passato di un luogo che per me esprime libertà. Il nesso tra i pantaloni Capri e la famosissima canzone Die Capri Fischer è spiegato nel senso di gioia, vita e pace. I giovani, che oggi possono indossare qualunque cosa, non sanno che questo pezzo di abbigliamento ha accompagnato una rivoluzione sociale e non hanno certamente idea del momento storico in cui gli uomini venivano arrestati se camminavano per strada a fianco di una donna che indossava i pantaloni. Da Harrods a Londra un cartello chiedeva espressamene alle donne in pantaloni di restare fuori. Nel mondo maschile in quegli anni si assisteva a una volontà di mantenere intatto quel paradiso degli uomini che impediva a noi donne di sviluppare il nostro vero potenziale superando le nostre paure di inferiorità. Capri rappresentava un luogo di frontiera, un’anticipazione di libertà che faceva spazio, attraverso la moda e l’arte, a conquiste che oggi a noi sembrano del tutto normali. Fino a quando le donne hanno rotto il soffitto di vetro che le pretendeva fuori da ambienti pubblici o, ad esempio, dal Parlamento.
Se oggi incontrasse Sonja a 16 anni, che cosa le direbbe?
Non saprei, certo sentirei l’obbligo di informarla dei danni ambientali a cui questa giovane donna è destinata ad assistere col tempo. Il che, credo, la trasformerebbe in un’attivista. Io non penso di essere una privilegiata per aver sempre creduto che fosse necessario cambiare il mondo con la propria visione. La mia creatività era sì al servizio della moda ma soprattutto delle mie priorità di valori. Amavo Marlene Dietrich e quel suo stile maschile, ma ero ben conscia che per una donna come me, alta solo 1,52, indossare quel tipo di pantaloni era impossibile. Così nacque l’idea di un taglio. Semplice. Il fatto resta questo: io ero una donna ribelle e molto, molto indignata e non certamente e soltanto dalla proibizione di indossare i pantaloni.
Che effetto fa oggi sentire parlare di violenza sulle donne per chi, come lei, è stata considerata simbolo di una rivoluzione di pensiero?
Violent people think this is strong, but it’s just weak. Le persone violente pensano di essere forti, ma sono soltanto deboli.
Lapidaria Sonja De Lennart liquida qualsiasi idea di violenza con la forza della creazione, come se il genio umano chiedesse di realizzare se stesso, come se non ci fosse essenzialmente tempo per altro. La stilista mondiale, che denomina l’intera sua prima collezione Capri, trova nel taglio un modo sfidante per rompere con tabù consolidati. In fondo si tratta di una gonna, una camicia, e una cintura. Poi il Capri cappotto e, infine, i rivoluzionari pantaloni. Ma l’idea di indossare questi pantaloni sotto l’ampio e oscillante cappotto rosso in similpelle, era quasi diventata, per la giovane pioniera, un’idea fissa.
Anna Maria Turra