Nei suoi libri le storie dei protagonisti della vita caprese della metà del Novecento: è la moglie di Edwin che ospitò a Lo Studio Norman Douglas e Pablo Neruda
È scomparsa il 28 agosto del 2019 a 92 anni. Si era ritirata a vita privata in un paesino della Toscana nel 1970. Con i suoi libri, ha narrato di Capri, del gotha intellettuale del dopoguerra e del fascino dell’isola del mito. Claretta Wiedermann Cerio è stata la memoria storica di un mondo che non c’è più.
Dal clan dei Weber ai Cerio
Claretta Wiedermann nasce nel 1927 a Capri. È la nipote di August Weber, l’eclettico pittore e filosofo tedesco sbarcato sull’isola con una barchetta a remi e fondatore della Strandpension di Marina Piccola. Nel 1954, a soli 17 anni Claretta sposa una delle figure più influenti di Capri: Edwin Cerio. Per l’ingegnere 70enne si tratta del secondo matrimonio: nel 1907 aveva già convolato a nozze con la giornalista Elena Hosmann, dalla quale ebbe una figlia, Laetitia.
Inizia da qui una vita intensa per Claretta, testimone degli incontri straordinari con i personaggi che hanno fatto la storia di Capri. Fu amica intima di Norman Douglas e con il marito ospitò Pablo Neruda a villa Lo Studio, la meravigliosa residenza di via Tragara. In Italia ha pubblicato diversi racconti sui suoi giorni capresi, ai quali si affiancano decine di romanzi in lingua tedesca. Dieci anni dopo la morte del marito, si trasferì in una casa di campagna ad Ambra, nel Valdarno, in Toscana. Schiva e riservata, detestava la notorietà e non amava essere fotografata o intervistata.
L’incontro con Moravia
Conobbe Alberto Moravia e lo racconta, insieme a tanti altri aneddoti, nella sua opera Ex Libris. Incontri a Capri con uomini e libri. «Abitava ad Anacapri in una casa molto rustica, con Elsa Morante, allora sua moglie, una scrittrice a quell’epoca ancora all’ombra del marito, ma in seguito giudicata da molti critici a lui superiore» – scriveva Claretta Cerio dell’incontro con Moravia a Villa Ceselle, in quel di Anacapri – «mi ricevettero con una freddezza che rasentava la scortesia e non me ne meravigliai, sapendo che erano ebrei. Moravia era piuttosto alto, magro, un po’ curvo e zoppo ed il suo camminare strascicante, come tutti i suoi movimenti, dava l’impressione di malavoglia, di fastidio.» Un’intervista difficile per Claretta che ne svela ogni dettaglio nelle pagine del libro pubblicato dalla casa editrice isolana La Conchiglia, assieme a capolavori come La mia Capri, La sfinge pittrice. Lucy Flannigan, un mistero di Capri e Nulla fluat. Ricordi capresi del passato prossimo e remoto.
La testimonianza
«Se Edwin Cerio fu considerato il quarto Faraglione di Capri, sua moglie Claretta Wiedermann può definirsi una roccia erta su Marina Piccola sfiorata da un delizioso vento del sud» – scriveva Anna Maria Siena Chianese sul periodico L’Isola di Roberto Gianani – «Inoltrandosi tra uomini e libri con ardito fervore e con una scrittura dove l’humour è di casa e la commozione a volte fa da battuta, ella restaura abilmente un affresco d’epoca che nessun orizzonte può contenere. Sfuggono a ogni logos i viaggi del nonno e del padre, moderni Ulisse approdati alla loro Itaca destinandola a terra di nascita e di destino di una bambina che continua ad aggirarsi leggera tra le antiche strade della sua piccola patria, impersonandone i simboli. Sembra ella stessa adornarsi di collanine colorate e di sonagli alle caviglie, correre nel vento con Lucy Flannigan, visitare il trasognato Dombrowski all’ultimo indirizzo, porsi in sintonia con l’innamorato Gregorovius, con l’ambigua Bella Carmelina, con la coppia dove nascostamente abita, ancora per poco, la douceur du vivre».
Adele Fiorentino