Dall’Argentina all’isola di Capri, tutte le passioni di una donna cosmopolita
«Io ho il vizio di cercare l’umano nella flora, mia figlia trova la fauna nell’umano… bizzarrie di famiglia» Edwin Cerio
Essere una donna con delle ambizioni che non fossero solo quelle di formare una famiglia e occuparsi della casa, agli inizi del Novecento non era certo la norma. Ma diverse donne riuscirono a svincolarsi da quell’ovvio cliché ascoltando la propria voce interiore, e con intraprendenza e talento sciolsero le briglie ai propri sogni e diedero una possibilità al loro istinto creativo.
La storia di Donna Laetitia Cerio è la prova esemplare di quanto una formazione poliedrica, la frequentazione di ambienti culturali brillanti e la volontà di lasciare il proprio segno nel mondo non fossero impedite dalla femminilità. Pittrice e disegnatrice, Laetitia Cerio si è distinta per aver dato un nuovo impulso artistico all’isola di Capri e, seguendo le orme del padre, il sindaco Edwin Cerio, anche un significativo rinnovamento culturale.
Nata a Buenos Aires il 29 febbraio del 1908 dalla fotografa Helena Hosmann e da Edwin Cerio, che come ingegnere navale si trovava in Argentina per lavoro, Laetitia crebbe circondata da artisti, scrittori e politici ed ebbe la fortuna di frequentare scuole internazionali di prestigio, come la prima scuola montessoriana di Roma, la scuola pedagogica di Odenwald, il collegio di Zurigo e la scuola di Belle Arti di Firenze. Inoltre, la sua vena artistica la portò ad approfondire gli studi di disegno e pittura con Baccio Maria Bacci e con Elfriede Pegagos, e in età adulta, la Art Students League di New York.
L’arrivo a Capri, l’amore e gli anni bui
Trascorse l’adolescenza fra l’Argentina, gli Stati Uniti e l’Italia, e all’Hotel Quisisana di Capri conobbe Ramiro Alvarez de Toledo, conte di Caltabellotta, di cui si innamorò. Laetitia aveva vent’anni, era di una bellezza altera, aristocratica e raffinata e fece breccia nel cuore di Ramiro con cui si sposò nel 1932 nel salone principale della casa di famiglia, Palazzo Cerio. Quello che sembrava essere un destino dorato suggellato dal matrimonio e dalla nascita dei due figli Beatriz e Fernando Ignazio, non la distolsero dalla sua grande passione, l’arte, e continuò a dipingere e studiare senza interruzione.
Dai primi libri illustrati con animali fantastici per i suoi figli, in breve tempo Laetitia trasformò la passione in professione. Nel 1940 ottenne il diploma di istruzione superiore alla Scuola Luc-Mary di Parigi, ma presto dovette fuggire dall’Europa a causa della guerra, rientrando in Argentina dopo che il marito fu chiamato alle armi. Neanche in Argentina trascurò la sua passione creativa e si dedicò al disegno per riviste di moda, diventando anche costumista per la casa cinematografica Pampa Film.
Ma nonostante la forza del carattere e il fervido estro, la vita dell’artista attraversò un momento buio, con la morte della figlioletta Beatriz e il divorzio dal marito Ramiro. Il mondo le crollò addosso e solo l’affetto degli amici e la vicinanza della zia Mabel le ridiedero fiducia e le fecero ritrovare la sua vitalità, e rientrata a Capri, nel 1948, ritrovò la terra dei suoi sogni e delle ambizioni giovanili.
Lo Zoo in Piazza e il nuovo corso del Centro Caprense
Già nel 1950 l’attività di Laetitia era palpabile in tutta l’isola di Capri: la sua firma era sulle copertine di libri e di riviste e i suoi disegni di moda, grazie allo stile innovativo dei disegni al tratto, la fecero presto diventare una personalità di spicco.
All’isola di Capri dedicò tanti quadri e disegni, alcuni dei quali furono presentati alla famosa mostra Zoo in Piazza del 1952, dove con tratto ironico e leggero ritrasse 15 personaggi capresi, gli habitués della Piazzetta, ribattezzati i Piazzini, che con le loro stravaganze e manie furono trasformati in ibridi di uomini-animali. Il suo sguardo attento aveva colto l’originalità e la comicità dei frequentatori della Piazzetta, un “manicomio variopinto”, come amava definirlo.
Ma oltre all’attività di pittrice, alla morte del padre Edwin, Laetitia dovette prendere le redini del Centro Caprense Ignazio Cerio, apportando alla cultura isolana un afflato di cosmopolitismo. Con la meticolosità che la distingueva raccolse negli anni una vasta quantità di foto, quadri e immagini dei personaggi passati dall’isola, che ordinò in un prezioso archivio.
Negli anni Sessanta anche l’amore tornò nella sua vita, grazie al matrimonio con l’amico di lunga data Richard Holt, ma con la stessa passione di sempre continuò a dipingere dalla terrazza di Palazzo Cerio, con un particolare affezione per la Torre dell’Orologio e i tersi cieli azzurri dell’Isola. Dividendosi tra lo studio della Certosella sulla via Tragara e l’atelier di New York, diventò un’artista internazionale.
L’evoluzione artistica e intellettuale
Le amicizie furono significative per la crescita professionale e intellettuale di Laetitia, fra le sue frequentazioni c’erano Graham Greene, Jorge Luis Borges, Piero Gadda Conti e Francis Steegmuller, e, nuotatrice instancabile, alla Canzone del Mare ebbe modo di conoscere lo stilista Emilio Pucci con cui iniziò a collaborare.
Pur continuando a tenere mostre negli Stati Uniti, a Londra e a Capri, nel 1982 decise di dedicarsi alla direzione del Centro Caprense; sotto la sua guida il Centro fu restaurato e ristrutturato e divenne il fulcro dell’attività culturale dell’isola, accogliendo eventi di grande successo e tanti generi artistici: musica, danza, pittura, teatro… Inoltre, proseguendo la missione del padre, si impegnò nella tutela del paesaggio e dei beni culturali capresi. Il Centro ospitò anche la sede di Italia Nostra, promuovendo conferenze di archeologia, storia e scienze naturali.
Nonostante l’aspetto altero e apparentemente distaccato, l’artista riuscì a conquistare il cuore dei cittadini capresi che la stimano ancora oggi profondamente. Laetitia non lasciò mai più l’isola, dove morì nel 1997.
Nel 2012 il Centro Caprense con la mostra Capri e il mondo nei disegni ha presentato un aspetto inedito e meno conosciuto dell’artista, l’attività di grafica, che il figlio Fernando Alvarez de Toledo ha voluto ricordare mettendo a disposizione importanti documenti, diari, disegni, foto e tessuti dell’archivio privato. Ora nella saletta a lei dedicata sono conservati i suoi libri, oggetti e quadri, e noi la immaginiamo seduta sul suo altissimo sgabello intenta a ricamare di piccolo punto o a dipingere in totale concentrazione i colori dell’amatissima Capri.
Nathalie Anne Dodd