Il termopolio dell’antica città romana è uno dei meglio conservati: visite al via dopo la recente campagna di scavi
Qui gli antichi pompeiani mangiavano, bevevano e passavano parte del loro tempo. Pasti veloci da consumare nel cuore di una città in continuo fermento. Tutto è rimasto quasi come allora, con il bancone in muratura, gli affreschi sulle pareti e le giare incassate che servivano per conservare i prodotti. Uno spaccato di vita romana che dallo scorso 12 agosto è finalmente visitabile: il termopolio della Regio V, l’antica tavola calda di Pompei, riportata alla luce nel corso di recenti scavi in una area mai indagata, è, infatti, al centro di nuovi e straordinari tour organizzati dal Parco archeologico.
La tavola calda
I termopoli erano quei luoghi in cui venivano serviti bevande e cibi caldi. Nell’antica Pompei, distrutta e sepolta dalla cenere del Vesuvio, ne esistevano almeno ottanta. Ma quello che è stato appena scavato e aperto al pubblico si distingue per l’eccezionale decorazione del bancone dipinto, dove si possono ammirare le immagini della Nereide a cavallo di un ippocampo e di alcuni animali che, con tutta probabilità, venivano cucinati e serviti nel locale. «Sono molto lieto di vedere aperto al pubblico il termopolio al termine di tempestivi lavori di restauro dell’edificio rinvenuto nei nuovi scavi della Regio V» – commenta Massimo Osanna, Direttore Generale dei Musei dei Mibact – «per consentirne la pubblica fruizione è stato necessario procedere alla messa in sicurezza delle strutture, al restauro dei delicati affreschi e garantire la protezione di tutto l’ambiente con adeguate coperture. Ai visitatori che stanno tornando ad affollare le strade dell’antica città si restituisce una nuova esperienza di visita in un’area del tutto inedita. La scoperta, avvenuta nell’ambito di un sistematico intervento di messa in sicurezza dei fronti di scavo, al fine di prevenire la minaccia del dissesto idrogeologico sulle strutture già in luce, ha costituito una occasione unica di ricerca interdisciplinare che ha portato a nuove acquisizioni sulla dieta e sulla vita quotidiana dei pompeiani. Un ringraziamento a tutto il team che ha contribuito alla straordinaria scoperta, alle successive ricerche e al bel progetto di fruizione.»
Non solo il termopolio
Inoltre, insieme all’apertura del termopolio, sono stante anche previste delle visite straordinarie alla casa di Orione e alla casa del Giardino, tra mosaici, portici e pareti affrescate. «L’apertura del thermopolium si pone in piena continuità con l’approccio adottato dal Grande Progetto Pompei sotto la direzione di Massimo Osanna, che ringrazio insieme a tutta la squadra per il lavoro eccezionale che è stato svolto» – sottolinea il direttore generale del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel – «Si tratta di un approccio integrato tra conservazione, ricerca e fruizione, che con l’apertura al pubblico giunge al suo compimento, mentre stiamo lavorando sulla progettazione del restauro della casa di Orione e della casa del Giardino. Il progetto di scavo e restauro del thermopolium, che è partito da esigenze di tutela e di messa in sicurezza dei fronti di scavo, ha portato a scoperte straordinarie che ci aiutano a comprendere meglio anche i circa ottanta thermopolia già noti a Pompei. Con le visite accompagnate alle case ancora da restaurare vogliamo sensibilizzare il pubblico per il fatto che Pompei è un grande cantiere dove ricerca, conservazione e restauro continuano sulla base dell’innovazione e della collaborazione con importanti enti di ricerca nazionali e internazionali.»
Dario Budroni
Credit: foto termopolio dal sito del Parco archeologico di Pompei