Capri al centro delle rotte migratorie

L’isola delle sirene è la terra promessa del Birdwatching

Capri emerge imperiosa dalle acque. I suoi spigolosi promontori diventano ben presto montagne. Vette luminose che una mano divina – si direbbe – ha voluto sistemare proprio lì, lungo le rotte migratorie degli uccelli, per concedere ai pennuti una tonificante sosta a metà strada dei loro stagionali viaggi tra l’Africa e il Nord Europa. Ci sono anche le specie stanziali lassù, dove roccia e volatili s’incontrano parlando la lingua del vento. E l’uomo? Ammettiamolo, tra quella universale armonia è forse un intruso, eppure accettato senza problemi se dimostra di saper entrare in sintonia con il mondo naturale. Una capacità sviluppata in particolare dai praticanti di birdwatching che sembra abbiano adottato il precetto do not disturb quando si appostano pazienti sui picchi dell’isola per osservare la vita dell’amata fauna con le ali.

Il falco pellegrino

Monte Solaro e Monte Tiberio, per la loro natura calcarea, sono i siti più adatti per dedicarsi a questo hobby a metà strada tra scienza e ambientalismo. Il profilo inconfondibile del falco pellegrino si staglia chiaramente contro la pietra grigia dei rilievi e anche i birdwatchers alle prime armi possono ammirare il rapace simbolo dell’avifauna locale, che con i suoi 320 chilometri orari raggiunti in picchiata è considerato l’animale più veloce del mondo. Il Peregrinus prende il nome dal suo particolare piumaggio sul capo che somiglia al cappuccio che nel Medioevo indossavano i pellegrini durante i loro viaggi devozionali in giro per l’Europa. Un progetto di ripopolamento avviato nel 2014 ha accresciuto la presenza dei falchi a Capri, che oggi sono identificabili da chiunque. Naturalmente con la necessaria perseveranza e con gli strumenti adatti.

Binocolo, carta e penna

L’ornitologia si fonda sull’osservazione, effettuata spesso da lontano. Un buon binocolo è dunque il fedele compagno dell’animalista d’alta quota, anche se alcuni preferiscono il cannocchiale, da piazzare magari su un treppiede. Coloratissimi gruccioni e rigogoli, che risalgono in primavera dal continente africano, ma anche pettirossi, tordi e quaglie. Tra i migratori corti e lunghi, sono state censiti a Capri volatili appartenenti a circa 90 specie e molti di questi si possono riconoscere solo da una forma particolare della coda o da una sfumatura del piumaggio. Essenziale quindi una buona guida corredata da immagini per fare confronti e riconoscimenti, oltre a carta e penna sempre a portata di mano per appunti presi a caldo.

Gli uccelli di Axel Munthe

Ovviamente anche sull’isola il rapporto con gli uccelli è vissuto quasi sempre a distanza. Ma grazie al medico Axel Munthe, una rocca medievale che si erge sul fianco del Monte Solaro è diventata l’ideale punto d’incontro tra umani e volatili. Lo storico proprietario di Villa San Michele odiava la caccia che veniva praticata su quest’altura con trappole a rete (quaglie e tortore le prede più ambite) e decise di acquistare il trecentesco Castello di Barbarossa insieme al circostante rilievo montuoso. Scomparso nel 1949, Munthe lasciò in eredità la sua residenza allo Stato svedese e dieci anni dopo fu istituito nel castello un centro ornitologico tutt’oggi frequentato da scienziati svedesi e gestito dal Centro di inanellamento di Bologna. Su quest’isola uomini e uccelli hanno davvero fatto pace.

Marco Molino

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