L’ex aviatore statunitense dal 1948 rinunciò la cittadinanza americana per fondare il World Government of World Citizens e si rifugiò sull’isola di Capri
Nessuna nazione riusciva a fermarlo. Garry Davis era così. Un visionario. Un folle sognatore che sentiva il bisogno di cambiare il mondo con dei semplici gesti. Da ex paracadutista si rifugiò nel 1958 sull’isola di Capri, la terra rivoluzionaria per eccellenza che diventa la sua residenza ufficiale. E lo fa mostrando il suo passaporto speciale, che gli permetteva di viaggiare (sulla carta) in qualunque parte del mondo. Questo creava, ovviamente, un grosso problema nelle sedi politiche dell’epoca, che continuamente lo fermavano arrestandolo per via di questi documenti a dir poco insoliti.
Il primo atto ebbe inizio dieci anni prima. Era il 25 maggio 1948, una data che segnerà la storia dell’ex aviatore statunitense e di intere generazioni che abbracceranno la sua iniziativa. Per uno che è cresciuto a pane e teatro, la sua vera passione prima dell’entrata in guerra, deve essere stata l’entrata del secolo quella dell’ambasciata a Parigi, perché da quel punto sa di non tornare più indietro, come i grandi personaggi davanti a un bivio che segnerà le sorti dell’intero racconto. Gli unici ad assistere a questo spettacolo sono stati gli ufficiali, attoniti di fronte alla scelta di Davis di rinunciare alla cittadinanza americana, con effetto immediato. Oggi non sembra poi così rivoluzionario, ma immagina di pronunciare «primo cittadino del mondo» davanti a un’istituzione che ha appena vinto la Seconda Guerra Mondiale. Le parole hanno un peso, e lo stupore non deve essere l’unico sentimento che si è provato al termine di questo spezzone tratto dalla vita straordinaria di Garry Davis.
Tutto il mondo è paese
La verità è che dietro alla sua azione non c’era una reazione istintiva, dettata dal proprio ego o da un carattere libertino. Scavando a fondo si troverà un pensiero politico che accomuna altri grandi intellettuali dell’epoca. C’è chi ha solo teorizzato l’idea di un mondo senza nazionalità (One World Movement) ma c’è chi ha provato a metterlo in pratica. Garry Davis del resto cresce nella drammaturgia moderna, e non si può pensare di fermarsi al canovaccio senza prima provarlo davanti alle luci della ribalta.
La vita di Garry Davis
Prima dell’arruolamento, infatti, la vita sociale del ragazzo era simile a quelle descritte nelle grandi commedie hollywoodiane, classiche, eleganti, dove tutti in qualche modo aspiravano di farne parte. Il padre, Meyer Davis, era un direttore d’orchestra che aveva costruito un vero e proprio impero musicale, tanto da essere chiamato il millionaire maestro. La famiglia era dunque cresciuta in un ambiente raffinato come la Rolls-Royce parcheggiata sul vialetto di casa, per altro frequentata in alcuni momenti anche da personaggi di spicco del mondo dello spettacolo come Bob Hope. Gerry Davis non aveva ancora chiaro però quale direzione intraprendere, fino a quando non scelse la Carnegie Institute of Technology dove aveva studiato teatro. Un percorso che lo porterà lontano, fino al palcoscenico di Broadway dove aveva debuttato nel 1941. Ma con la guerra cambiò tutto. Le bombe, i conflitti senza fine, la scomparsa prematura del fratello per mano di un sottomarino tedesco. Tutto questo trasformò la vita di Garry Davis, chiedendosi se hanno avuto senso questi scontri che continuano ancora oggi a persistere tra i vari Paesi. «Noi, il popolo, vogliamo la pace che solo un governo mondiale può dare» – afferma in una sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite – «Gli Stati Nazione che rappresentate ci dividono e ci conducono all’abisso della guerra totale.»

Un mondo diverso
Dalle parole passò direttamente ai fatti. La fondazione del World Government of World Citizens nel 1953 fu una vera rivoluzione; un governo internazionale che permise a milioni di persone (anche coloro che non avevano alcun tipo di cittadinanza) di ricevere documenti e passaporti attraverso la World Service Authority. La documentazione rilasciata fino a qui si aggira attorno ai 2,5 milioni, anche se il dato non è certo. Ma ci furono molti Stati che riconobbero la loro validità. Non tutti, ovviamente. Garry Davis collezionò numerosi arresti avendo rifiutato di usare la documentazione ufficiale. E così capitò sull’isola di Capri dove, dopo essere scappato da un campo per rifugiati a Roma, fu preso e trasferito a Napoli, direzione consolato americano. Il cittadino del mondo n.1 all’epoca dovette rinunciare al suo passaporto mondiale rinnovando quello degli Stati Uniti. Ma quella fu solo uno dei tanti episodi di una storia che ancora oggi sorprende per la sua tenacia conservata fino alla sua scomparsa, avvenuta nel 2013. Eppure la sua eredità è ancora lì, a portata di tutti coloro che si sentono uniti da questo legame di uguaglianza, senza bandiere.
Riccardo Lo Re
