Bruce Weber

I ragazzi e le ragazze di Bruce Weber

Fotografare per il celebre fotografo è un modo per spiegare l’imponderabile 

Fotografare la moda e i ragazzi di Capri per il celebre Bruce Weber, è solo un espediente per spiegare l’imponderabile alla mente. Specializzato in particolare nel nudo maschile, il fotografo cresciuto in Pennsylvania, miete consensi contribuendo a paradigmi di un rivoluzionario modo di intendere la fotografia. 

Da Greensburg, la piccola città agricola e mineraria in cui il padre con la sua passione lo avvicina alla fotografia, nel 1966 si trasferisce per gli studi a New York. Sarà Lisette Model, vulcanica apripista di uno stile che poi verrà chiamato street photography, incontrata in un caffè del Greenwich Village, ad accoglierlo alla New School for Social Research. A influenzarlo con i suoi primi piani, esposizioni di vanità, insicurezza e solitudine; e poi con le sue sperimentazioni che altro non sono se non intuizioni estetiche: dilatazioni e tagli di negativi in camera oscura. Weber impara mentre si mantiene posando come modello per vari fotografi tra cui Richard Avedon, Jerry Schatzberg e Bill Connors. E presto le sue foto, pubblicate su diverse riviste, incontrano la fortuna e gli addetti ai lavori. Infatti, se la sua prima mostra, alla Razor Gallery di New York, è nel 1974 già alla fine degli anni Settanta pubblica il suo primo servizio di moda su GQ iniziando a firmare le campagne per Calvin Klein. Dirompe, costringendo l’attenzione internazionale al suo sguardo che, dietro la macchina, diviene un nuovo imperativo. Vogue lo pretende agli inizi degli anni Ottanta. In quel decennio di eccessi e di celebrazione del benessere, dominano nella fotografia di moda le immagini patinate che urlano lo stile di vita trasgressivo e giocoso. Capri ne è fulcro e crocevia e gli shoot dei suoi ragazzi in vacanza diventano icone sferzanti che, tra irriverenza e narcisismo, scherzano con un immaginario onirico. Non sono veri e propri modelli e sanno esprimere un’attitudine non corrotta dall’esibizione che, senza mediazioni, rimanda a canoni classici e insieme solenni.

Nel 1983, a causa della dilagante epidemia di Aids, l’America è attraversata una campagna di moralizzazione antiomosessuale, sarà GQ a scegliere la censura di alcuni scatti di Weber considerandoli inadeguati ad un pubblico maschile.

Ma il suo consenso resta immutato: esegue fotografie pubblicitarie per Gianni Versace, Gucci, Louis Vuitton, Giorgio Armani, Ralph Lauren, Chanel, Salvatore Ferragamo e i suoi lavori approdano sulle pagine di Vogue, Vanity Fair, Elle, Life, Interview, W, Esquire e Rolling Stone. È tra i primi fotografi a scoprire e a lanciare alla ribalta internazionale la supermodella Eva Riccobono. Diventa la firma di video per i Pet Shop Boys e Chris Isaak LINK AI VIDEO, spaziando nella scena musicale il suo stile resta caratterizzante di un raffinato, originale uso dell’immagine del corpo umano. La dualità viene indagata nelle sue foto di gemelli, è la bellezza che processa se stessa o la carnalità allo specchio. O, per gli accademici, quel suo modo di forzare il limite tra narcisismo e produzione industriale. Dietro ogni scatto una spietata narrazione, penetrante, inconfondibile e una sensibilità artistica che, più che un gioco tra particolari, citazioni e trasgressioni crea spazio e tempo al soggetto immortalato. Come se qualcosa generato in natura nascondesse, nella sua forma, una misteriosa teologia.

Anna Maria Turra