Conosciamo la pietra che pavimenta la raggiera delle antiche strade che partono dalla Piazzetta
Il basolato, che almeno dal 1887 ospita i passi del mondo intero nei pressi della celebre Piazzetta, è in vesuvite, una roccia di tipo effusivo formatasi a seguito dell’eruzione del Vesuvio del 1631. Fino a quel momento, infatti, la pavimentazione del centro storico era in antico acciottolato, come era d’uso in tutto il sud Italia laddove, appunto nell’Ottocento, si preferì l’uso di questa pietra lavica nella forma squadrata – e non più tonda – alla quale anche l’isola di Capri si adeguò per il proprio salotto, conferendogli l’aspetto che lo contraddistingue ancora oggi.
La mappa del basolato
‘E vàsole – questo il termine dialettale con il quale i capresi indicano queste pietre ormai familiari – traccia una mappa di strade antiche che abbracciano, convergendovi, la Piazzetta: guardando le scale che vi portano verso la chiesa, salendole potrete percorrere la storica e affascinante via Madre Serafina battuta dai basoli che terminano all’imbocco di via Castello. Proseguendo a destra, questa pietra è presente nel tratto iniziale di via Roma, che i capresi chiamano ancora oggi ‘a via nova – la via nuova – benché sia nata già nel 1874 in funzione dell’imminente realizzazione strada carrozzabile per Anacapri, fino ad allora raggiungibile solo attraverso l’impegnativa Scala Fenicia dal porto di Marina Grande. A sinistra, il percorso su queste resistentissime lastre prosegue su via Vittorio Emanuele fino a che non vi troverete di fronte il Grand Hotel Quisisana; girandovi di spalle, invece, questa pietra vi accompagna attraverso via Le Botteghe fino al punto in cui cambia nome in via Fuorlovado. Non è finita qui.

Una menzione speciale
Sempre voltando le spalle alla scalinata della Piazzetta, potrete trovare la pavimentazione in vesuvite anche sull’antichissima via Longano, che si chiamerebbe così perché le sue mura erano di tipo ciclopico – come quelle della piazza, del resto – e quindi realizzate con longones, termine greco che indica, appunto, i blocchi realizzati appositamente per la costruzione. La pietra, quindi, è protagonista due volte, in questa zona.
Non solo le vie mainstream
Infine, anche le mini-stradine che fungono da traverse tra via Longano e via Le Botteghe sono battute dai basoli, a testimonianza della loro antica collocazione della storia dell’isola di Capri. Su tutte, via Parroco Canale e via Li Curti: la prima prende il nome da Roberto Canale, parroco del comune di sotto dell’isola di Capri per quasi vent’anni nella seconda metà dell’Ottocento e amato dal popolo – all’epoca tutt’altro che benestante – per le sue iniziative. La seconda ha un’origine che va ricercata nel latino curtis, ovvero le abitazioni con cortili in cui si arroccavano – proprio in quest’area – i capresi per difendersi dalle invasioni. Questa pietra è quella su cui Jacqueline Kennedy e Brigitte Bardot amavano camminare scalze e noi, a proposito, vi consigliamo di tenere sempre un paio di ballerine in borsa, se indossate i tacchi: il fascino della storia ha un suo prezzo!
Michele Di Sarno
Credit: Costantino Esposito