Indossare l’eternità

Che cosa hanno avuto in comune Maria Callas, Jackie Kennedy e Marilyn Monroe? L’amore per il bello e per i gioielli, incarnati da un marchio italiano che… nacque due volte

Quella di Coppola e Toppo è di fatto una rinascita. La creazione, nel 1948, di uno dei marchi più celebri della gioielleria italiana coincise con il desiderio di rivalsa del dopoguerra, portando la creatività in territori sino ad allora inesplorati. Lyda Coppola era una donna ambiziosa, con un talento eccezionale. Con il fratello si era decisa a fondare la propria azienda a Milano, con uno sguardo internazionale e un tocco di stile artigianale che le permise di mantenere il legame con l’Italia.

La moda è una costruzione identitaria, e si può dire che Lyda abbia contribuito con i suoi bijoux e i suoi accessori (borse, sciarpe, cinture, foulard) alla crescita dell’Haute Couture francese negli anni Quaranta, e dell’heritage delle maggiori case di moda italiane fino agli anni Settanta, proiettandole verso l’eterno. Per lei i confini geografici non esistevano quando si trattava di creare le sue straordinarie collezioni. La madre era di origini triestine, al contrario del padre che era di Napoli. Questo connubio di tradizioni le permise di unire in un unico prodotto l’intensità del corallo di Torre del Greco e la leggerezza del vetro veneziano, riuscendo a colpire nel profondo alcuni stilisti come Emilio Pucci, Valentino, Christobal Balenciaga, Christian Dior ed Elsa Schiaparelli. Non c’era diva che non si perdesse dentro quei colori sgargianti che di adattavano al corpo sotto forma di gioielli vistosi.

Le collezioni di Coppola e Toppo potevano infatti vantare di essere state indossate da celebrità come Maria Callas, Jackie Kennedy, Marilyn Monroe, per poi apparire in tutta la loro bellezza sulle riviste più popolari. Nel 1986, con la morte di Lyda qualcosa si ruppe, ma il savoir-faire dell’azienda rimase intatto. Doveva solo essere riscoperto da chi di moda se ne intende, come l’imprenditore Pietro Paolo Longhitano e la designer Rossella Jardini. I due hanno deciso di trasformare questa sfida in un’occasione di rilancio come era avvenuto verso la fine degli anni ’40, riproponendo la stessa innovazione che risiede ancora oggi nella lavorazione artigianale di Coppola e Toppo. Il primo lancio è stato la riedizione della Lyda bag, un omaggio al suo stile e alla sua sconfinata passione che la portarono a disegnare per Valentino un prodotto destinato a fare la storia. Ma il restyling di questa azienda passerà anche e soprattutto per una collezione di alta gioielleria, che risplenderà come un tempo con i suoi colori brillanti. Nell’eternità.

Riccardo Lo Re