Figlia di Marco Aurelio, fu esiliata e fatta uccidere dal fratello Commodo dopo una congiura di palazzo
Fu una delle donne più potenti e temute dell’impero. Ma alla fine per lei si aprirono le porte dell’esilio e, poco tempo dopo, anche quelle della morte. L’augusta Lucilla, nata Annia Aurelia Galeria Lucilla, visse gli ultimi tempi della sua giovane vita proprio qui, sulle alte scogliere dell’isola di Capri. Fu il fratello Commodo, dopo aver scoperto una congiura contro di lui orchestrata dalla stessa sorella, ad allontanarla dai palazzi di marmo di Roma per poi farla uccidere, da un centurione, nel 182 dopo Cristo. Una figura, quella di Lucilla, che è più volte finita al centro di racconti, opere e anche film. Basti pensare a Sophia Loren, che interpretò l’augusta nella pellicola La caduta dell’Impero Romano, del 1964. Oppure all’attrice Connie Nielsen, che vestì i panni di Lucilla in quello che è uno dei film più celebri della storia del cinema: Il gladiatore di Ridley Scott, del 2000.
Nel cuore di Roma
Lucilla era la figlia dell’imperatore Marco Aurelio. E anche la sorella di Commodo, che sarebbe, poi, diventato il capo indiscusso dell’Impero Romano. Nata nella capitale, attorno al 150 dopo Cristo, fu data in sposa, ancora ragazzina, a Lucio Vero, anche lui un imperatore di Roma che divise il trono con Marco Aurelio. Morto Lucio Vero, Lucilla fu poi costretta a sposare il console Tiberio Claudio Pompeiano Quintiniano, molto più anziano di lei. I due si trovavano insieme, nel 180 nei territori nord di Roma, quando Marco Aurelio morì e il fratello Commodo, passato alla storia come uno dei regnanti più crudeli, divenne imperatore.
La congiura e la morte a Capri
Lucilla odiava suo fratello Commodo. E così, nel 182, un gruppo di appartenenti alla famiglia imperiale decise di mettere in atto una congiura con l’obiettivo di uccidere Commodo e di mettere sul trono di Roma la stessa Lucilla insieme al marito Quintiniano. Fu dunque un nipote di Quintiniano, Quinziano, nei palazzi imperiali, a tentare di pugnalare Commodo. «Qui c’è il pugnale che ti spedisce il Senato», gli disse. L’imperatore, però, fu salvato dalle sue guardie. E la sua vendetta fu immediata. Subito condannò a morte sia Quinziano che Marco Numidio Quadrato, ex console, nipote di Marco Aurelio e anche lui coinvolto nella congiura. Poi fu la volta di Lucilla, che fu esiliata a Capri – che duecento anni prima era stata la dimora di Augusto e Tiberio – insieme ad altre due donne, tra cui sua figlia. Qualche mese più tardi, temendo che Lucilla potesse nuovamente mettere a rischio il suo potere, Commodo incaricò un centurione di raggiungere Capri e di uccidere le tre donne.
Dario Budroni