Mancini Capri

Mancini e Pellegrini, i due volti dello sport a Capri

Il CT della Nazionale ha scelto l’isola di Capri per i suoi ultimi giorni di vacanza. La Divina era, invece, impegnata nelle gare di International Swimming League a Napoli

L’Italia non smette più di collezionare successi, dalla vittoria nel Motocross delle Nazioni ai playoff raggiunti dalla squadra di nuoto all’International Swimming League. Al che qualcuno si sta effettivamente chiedendo dove sta l’origine di queste vittorie. Nessuno ricorda una stagione così brillante, arrivando a tal punto da sforare il mondo sportivo con la La Coupe du Monde de la Pâtisserie vinta dai pasticcieri italiani. Insomma, deve esserci stata una scintilla scoccata nella mente di questi atleti e l’unica risposta razionale possibile è racchiusa in una sola partita, quella finale disputata a Wembley tra Italia e Inghilterra dove Roberto Mancini, in questi giorni sull’isola di Capri con la moglie Silvia Fortini ed alcuni amici, ha riportato la Nazionale in vetta dopo il 2006.  

Mancini Capri

Roberto Mancini, dove tutto ha avuto inizio

Il match conclusivo di Euro 2020 lo ricordano tutti come se fosse stato giocato la settimana scorsa. Il ricordo di quella partita è dovuto a tante ragioni. La condizione del paese, durante la ripresa, seppur graduale, dopo i vari lockdown. Il pensiero di aver vissuto una gara incredibile a Wimbledon, con Berettini a giocarsi il primato con Djokovic. La trepidazione nell’assistere a una gara secca e decisiva per una squadra che non ha colori né bandiere. Ma bisogna far presente anche il luogo dove tutto si è svolto. Spesso nello stadio che ospita la finale si scontrano due squadre straniere, trasformandolo in una green zone dove è il pallone a decidere le loro sorti. Qui, invece, c’era un secondo elemento che non era proprio così ininfluente. L’Inghilterra si trovava in casa, accolta dal calore e dal grido dei suoi tifosi. L’Italia doveva, invece, difendersi dall’attacco non solo orizzontale degli avversari, ma anche da quello che veniva dall’alto, negli spalti gremiti del Wembley. Eppure nonostante il gol iniziale subìto nei primi minuti del primo tempo, la squadra ha reagito mantenendosi compatta fino al pareggio. Da lì una battaglia senza esclusione di colpi che ha portato dritti alla lotteria per eccellenza: i rigori. Sono stati quei cinque tiri in porta a dare inizio alle danze sportive. Certo, la fortuna è stata – e continua a essere – un elemento determinante, ma la grinta, la solidità, la fermezza sul dischetto del calcio di rigore hanno portato l’Italia al trionfo sperato, influendo in un certo modo sulle conquiste successive. Roberto Mancini, che per questi ultimi giorni di vacanze ha scelto il Grand Hotel Quisisana per rilassarsi in vista dei prossimi match, ha trasmesso fiducia ai giocatori e agli atleti con le valigie pronte per Tokyo, che è stato per alcuni l’anno della svolta, e altri, come Federica Pellegrini, quello dell’addio allo sport. 

Federica Pellegrini

La Divina, tra Napoli e Capri

L’atleta, originaria del Veneto, dopo la sua ultima Olimpiade, aveva ancora una gara da disputare nel Golfo di Napoli. Un luogo capace di incantare chiunque abbia avuto il piacere di frequentarlo. La Divina è, infatti, spesso sull’isola di Capri accompagnata dagli amici più stretti, ma con gli Aqua Centurions aveva davanti a sé le prossime qualificazioni International Swimming League, tenutesi proprio a Napoli, una città che ha portato bene ai ragazzi del nuoto pronti a volare verso l’Olanda. «Questo gran finale italiano era come lo volevo. Ho proposto ai napoletani di trasferirsi ad Eindhoven perché portano bene. Speriamo di vederli in Olanda a metà novembre per i playoff. Oggi c’è stata una carica di affetto incredibile. Mi mancherà l’adrenalina prima della gara, il tifo nelle competizioni italiane, la sensazione in acqua di star bene e sentirsi onnipotenti. Non mi mancheranno la sveglia all’alba, la fatica dell’allenamento e la nausea post allenamento.» 

Riccardo Lo Re

Federica Pellegrini