oscar wilde

Quella sera, al Quisisana…

Ottobre 1897, Oscar Wilde a braccetto del suo amato Bosie sconvolge i benpensanti in sala. Una rivendicazione di libertà che gli renderà Capri amara

Un elegante albergo, crocevia di intellettuali, artisti e giovani aristocratici. Una sala gremita di ospiti – in larga parte britannici, ben vestiti e benpensanti – all’ora di cena. Oscar Wilde fa il suo ingresso nella sala del Grand Hotel Quisisana, attirando l’attenzione dei commensali, accanto ad Alfred Douglas, l’amato Bosie. Le cronache dell’epoca lo descrivono “alto, elegante nel suo soprabito con panciotto di raso grigio”, in compagnia di Lord Douglas, che appariva, invece, pallido ed “esile come un narciso”.

L’entrée della coppia dello scandalo coglie tutti di sorpresa e spegne l’abituale chiacchiericcio serale, fatto di futili pettegolezzi e ossequiose gentilezze, di quella che all’epoca era considerata la casa degli inglesi. Qualcuno avvisa l’allora proprietario e gli chiede di allontanarli. Federico Serena obbedisce e, con non poco imbarazzo, chiede a Wilde e Bosie di abbandonare il Quisisana, oasi felice nata grazie alla fortunata intuizione di George Sidney Clark. È il 15 ottobre del 1897 e il primo approccio caprese dello scrittore irlandese, che sperava di trovare sull’isola un buen retiro che mettesse in pausa i suoi guai, non è dei migliori. A farlo sentire a casa ci pensò Axel Munthe, che ospita brevemente i due a Villa San Michele, e al quale Wilde, riconoscente, racconta dell’episodio al Quisisana confessando «mi hanno negato il pane».

Ed è proprio in quella che oggi è diventata la casa-museo di Munthe che Wilde e Bosie trascorrono gli ultimi giorni felici, immersi nelle scoperte del medico svedese, provando a dimenticare il processo per gross indecency e il carcere di Reading. La passione travolgente per Lord Douglas, l’amore che non osa pronunciare il proprio nome, l’esilio in terra francese, la gita a Capri per rendere omaggio all’imperatore Tiberio… La parentesi sull’isola delle sirene di Oscar Wilde dura poco e segna la fine di una tormentata storia d’amore: mentre Wilde fa rotta verso Napoli e poi a Taormina per conoscere il barone Wilhelm von Gloeden, Bosie resta a Capri in compagnia di Mrs. Snow, all’ultimo piano di Villa Ferraro. Dalla Sicilia, il geniale aforista scrive a Bosie di aver trovato il paradiso in cui potranno vivere insieme, ma ciò non sarebbe mai avvenuto: nel 1898 Wilde si trasferisce a Parigi ed è qui che muore solo, in una stanzetta dell’hotel des Beaux-Arts.

Claudia Catuogno