Lo scrittore riposerà accanto alla moglie Ilarua Occhini al Cimitero degli artisti
Raffaele La Capria, lo scrittore Premio Strega scomparso ieri a 99 anni, verrà sepolto, “per sua volontà, sull’isola di Capri” cui era molto legato. Riposerà, fa sapere la famiglia, “nel Cimitero degli artisti, accanto alla moglie Ilaria Occhini”, deceduta il 20 luglio 2019 (era nipote dello scrittore Giovanni Papini), dalla quale ebbe la figlia Alexandra La Capria.
Lo scrittore ha avuto con l’isola di Capri un legame molto intenso, testimoniato anche da molte sue opere, come Capri e non più Capri, scritto nel 1991, in cui racconta le sue impressioni nel ritrovarla dopo trent’anni di assenza. Per la casa editrice caprese La Conchiglia, Raffaele La Capria ha pubblicato Quando la mattina scendevo in Piazzetta.
Raffaele La Capria nasce a Napoli l’8 ottobre 1922. Dopo essersi laureato in giurisprudenza all’Università di Napoli nel 1947 e dopo aver soggiornato in Francia, Inghilterra e Stati Uniti, nel 1950 si trasferisce a Roma. Nel 1957 frequenta a Harvard l’International Seminar of Literature. Collabora alle pagine culturali del Corriere della Sera; dal 1990 è condirettore della rivista letteraria Nuovi Argomenti. È autore di radiodrammi per la Rai. È stato anche co-sceneggiatore di molti film di Francesco Rosi, tra i quali Le mani sulla città (1963) e Uomini contro (1970) e ha collaborato con Lina Wertmüller alla sceneggiatura del film Ferdinando e Carolina. Ha esordito con il romanzo Un giorno d’impazienza nel 1952. Il suo secondo libro, Ferito a morte, è uscito quasi dieci anni dopo, nel 1961, vincendo il premio Strega. Nel 1982 ha raccolto i tre romanzi Un giorno d’impazienza, Ferito a morte e Amore e psiche (1973) nel volume Tre romanzi di una giornata. Ha pubblicato anche raccolte di racconti come La neve del Vesuvio, Fiori giapponesi (1979), il racconto Colapesce (1997) e si è dedicato molto alla saggistica, pubblicando, tra gli altri, False partenze (1964), Il sentimento della letteratura (1997) e un’autobiografia, Cinquant’anni di false partenze (2002). Altri suoi scritti (come le raccolte La mosca nella bottiglia, Lo stile dell’anatra e La bellezza di Roma) sono di tipo civile. Nel 2003 le opere di Raffaele La Capria sono state pubblicate in un volume della prestigiosa collana “I Meridiani”, a cura di Silvio Perrella; una nuova edizione riveduta e aggiornata, in due volumi, è stata pubblicata nel 2015. La Capria ha anche tradotto opere per il teatro di autori come Jean-Paul Sartre, Jean Cocteau, T. S. Eliot, George Orwell.