Ragazze da marito

Ragazze da marito, la commedia di Eduardo De Filippo

L’isola di Capri occupa un ruolo centrale nel film di Eduardo De Filippo, un racconto che viaggia tra la commedia e il dramma familiare

Il cinema italiano deve molto al Neorealismo. Gli ha permesso di raggiungere un pubblico trasversale e di ogni cultura, grazie alla scelta narrativa e stilistica dei suoi autori. Da Vittorio De Sica a Roberto Rossellini (la lista è lunga), il cinema del dopoguerra ha saputo raccontare senza filtri un’Italia distrutta ma pronta a rialzarsi. In questa lista però, non va dimenticato uno degli autori della commedia, Eduardo De Filippo, che proprio con film come Ragazze da marito, verso la fine degli anni Cinquanta, ha raccolto i residui del movimento neorealista, trasferendole in alcune commedie audaci e mature, tanto da essere denominate dalla critica con il nome di neorealismo rosa. Eduardo De Filippo è uno dei pochi autori capaci di trasformare un racconto di genere in qualcosa d’indefinito, giocando sui limiti a proprio vantaggio.   

La storia di Ragazze da marito

Ragazze da marito è una commedia capace di prendersi gioco degli schemi della società dell’epoca, per poi ritrovarsela di fronte con tutte le sue contraddizioni e i suoi dilemmi che prima o poi bisogna affrontare. Il film parte da una scena senz’altro scherzosa in cui la più piccola delle sorelle, Anna Maria (Anna Maria Ferrero), si trova a bisticciare con Gina (Lianella Carell) e Gabriella (Delia Scala) per aver comprato una semplice sottoveste senza chiedere il loro consenso. I soldi sono condivisi e conservati per uno scopo, le vacanze estive a Santa Marinella; ma a tenere a bada i conti e le ragazze ci penserà la madre Agnese (Titina De Filippo), che già nelle prime sequenze si mostra con un carattere deciso, quasi ad avere il polso della situazione. Forse anche troppo, a giudicare dal controllo verso le figlie, che si dovranno sistemare con «uomini belli, giovani, e tutti di ottima posizione». Tutto l’opposto del marito Oreste (Eduardo De Filippo), un impiegato statale di Roma che guarda solo alla sua funzione, senza mai minimamente sforare i propri confini, non solo lavorativi. 

Ragazze da marito

Il cerchio della vita

Dovrebbe osare, seguendo i consigli della moglie, e l’occasione arriva dal suo amico Giacomino (il fratello Peppino De Filippo), che ha in mano un affare d’oro, almeno sulla carta. La prima digressione di Ragazze da marito inizia da una scelta sbagliata e istintiva, risultando alla fine decisiva per il povero Oreste, che si troverà a dover spiegare alla famiglia che i risparmi delle figlie sono andati in fumo come la loro vacanza programmata da tempo. Giacomino, in realtà, una soluzione per rattoppare il buco ce l’ha. Ma deve convincere Oreste ad abusare del suo potere sul posto di lavoro, un gesto rischioso essendo il suo un ruolo ministeriale di grande responsabilità. Il prossimo timbro sarà fondamentale: rimanere dentro il proprio cerchio, o eccedere, offrendo una nuova prospettiva alla propria famiglia?

Isola di Capri, in cerca dello sposo

Ragazze da marito da questo punto di vista è spietato, perché la domanda è in parte rivolta anche a noi. Il pensiero avrà sicuramente sfiorato anche la mente dello spettatore, ma Oreste questo peso lo ha tolto subito, lasciando che sia la famiglia a ottenere i benefici. Con gli introiti degli affari dei due protagonisti possono persino permettersi delle settimane sull’isola di Capri, ritratta all’inizio con una sembianza quasi spettrale dall’autore. Locali mezzi vuoti, la pioggia torrenziale in Piazzetta. De Filippo comincia a rendere evidente quelle che saranno le sorti dei personaggi, come delle piccole premonizioni. Ma le donne non ci fanno caso. La madre, concentrata a «sistemare» le figlie, troverà in Rosa, una donna di Venezia, una valida alleata nella ricerca del marito. La parte comica nel film di Eduardo De Filippo passa anche attraverso il linguaggio, creando una dissonanza con l’immaginario caprese. Si passa dalle voci, come la gag sul balcone con Rosa (Laura Gore), alle prese con l’ennesimo litigio via telefono con il ragazzo, ai gesti e le espressioni, come risulta in quella scena irriverente a Marina Piccola in cui Agnese cerca goffamente di combinare un incontro con una delle figlie.

Il ritorno alla realtà

Con la straordinaria capacità di scrittura di De Filippo Ragazze da marito offre diverse chiave di lettura. L’isola di Capri è la terra del sogno, ma solo tornando indietro verso Roma che si ricompongono i vari pezzi di una realtà più complessa. Da un lato il desiderio sacrosanto di emancipazione femminile (che qui compare anni prima del movimento sessantottino), la scalata sociale e dall’altro anche una piccola, ma spigolosa, critica al sistema statale dell’epoca, dove si cominciava a intravedere i primi segni di corruzione. Il leggero pessimismo comincia infine a palesarsi negli ultimi istanti del film, quando tutto il meccanismo messo in moto da Oreste e Giacomino comincia a perdere pezzi, e dove anche in questo caso sarà necessario porre rimedio per salvare quel poco che è rimasto.  

Riccardo Lo Re    

Eduardo De Filippo