Invitato da Gor’kij, il futuro padre dell’Unione Sovietica soggiornò per due volte sull’isola tra il 1908 e il 1910
L’isola delle sirene e degli imperatori, per un breve tempo, è stata anche l’isola dei rivoluzionari. Tra una partita a scacchi e uno sguardo sui Faraglioni, Lenin e altri esuli russi discutevano di politica e teorizzavano la rivoluzione proletaria. La storia è sicuramente affascinante ma anche singolare: sull’isola di Capri, nel cuore del Mediterraneo, in un luogo frequentato dai più facoltosi turisti dell’epoca, i nemici della borghesia e delle teste coronate immaginavano un futuro guidato dalle masse popolari. Una storia, tutta sviluppata nei primi anni del Novecento, che contribuisce a fare di Capri un luogo dalle infinite e inaspettate sorprese.
Lenin a Capri
Quelli della Russia non erano tempi facili. Nel 1905 una prima rivoluzione aveva seriamente messo in discussione il potere degli zar. I dirigenti di partito ma anche gli intellettuali vicini alle idee socialiste erano stati quindi esiliati oppure costretti a fuggire in altri paesi europei. Maksim Gor’kij, scrittore e drammaturgo, si innamorò di Capri e qui decise di trascorrere il suo tempo. Pian piano si circondò anche di altri esuli russi, tra cui artisti, intellettuali e rivoluzionari, tra l’altro spesso controllati dai servizi segreti europei. La sua idea era quella di costituire una sorta di Scuola di Capri, con l’obiettivo di riunire e formare i nuovi teorici della rivoluzione. Lo scrittore, così, invitò anche Vladimir Lenin, capo indiscusso della fazione bolscevica del Partito operaio socialdemocratico russo. Lenin, che era anche interessato a controllare da vicino l’attività politica a volte poco ortodossa degli altri esuli, soggiornò per ben due volte sull’isola di Capri. La prima volta nel 1908, la seconda nel 1910. Ma nell’isola, luogo caldo e incantevole e così diverso dalle fredde città della Russia, i rivoluzionari venuti dall’est non pensavano solo ed esclusivamente alla politica. Lenin e Aleksandr Bogdanov, anche lui uno dei padri del bolscevismo, furono per esempio immortalati durante una leggendaria partita a scacchi sulla terrazza di Villa Blaesus, sotto lo sguardo di Gor’kij.
Il ricordo
Di quei soggiorni di Lenin restano alcune fotografie, dei dipinti e anche un torneo di scacchi che porta il nome del fondatore dell’Unione Sovietica. Ma a ricordare il suo periodo nell’isola è anche una stele di marmo, realizzata dallo scultore Giacomo Manzù, che si trova nei pressi dei Giardini di Augusto. In tutta Italia sono soltanto due i monumenti dedicati a Lenin: quello di Capri e quello di Cavriago, piccolo comune in provincia di Reggio Emilia. Al soggiorno di Lenin a Capri sono stati dedicati anche due libri: Scacco allo zar di Gennaro Sangiuliano e Lenin a Capri di Davide Pinardi.
Dario Budroni