Costruito per il trasporto dei passeggeri, il piroscafo fu utilizzato per il soccorso militare in mare. Affondato dai tedeschi, fu poi ripescato e riparato nel dopoguerra
La storia del mondo, certe volte, si ripercuote su ogni cosa. Anche sulle navi, soprattutto in tempi di guerra. Basti solo pensare a quello che ha dovuto subire nel corso degli anni il piroscafo chiamato Capri. Una nave costruita per trasportare i passeggeri e successivamente trasformata in una vedetta, in un dragamine e in una nave soccorso, per poi essere affondata e, successivamente, addirittura ripescata.
Dai passeggeri alla guerra
La nave Capri, di 630 tonnellate di stazza, fu varata nel 1930. Di proprietà della Società Anonima Partenopea di Navigazione, entrò in funzione come piroscafo per passeggeri e il suo scopo era quello di collegare alcune delle principali località di questa ampia fetta di Campania, come per esempio Napoli, Sorrento e la stessa isola di Capri. Scoppiata la Seconda Guerra Mondiale, nel 1940 il piroscafo Capri fu requisito dalla Regia Marina Italiana per essere impiegato come vedetta e anche come dragamine, con l’obiettivo di bonificare i tratti di mare minati. Due anni più tardi, nel 1942, un nuovo utilizzo: il piroscafo venne in parte modificato e trasformato in una nave soccorso, per andare a recuperare naufraghi e equipaggi di aerei abbattuti dai nemici oppure precipitati. Il Capri, con le croci rosse pitturate sullo scafo e sul fumaiolo, e considerata la più attiva imbarcazione italiana tra le navi di soccorso insieme alla Laurana e alla Epomeo, venne inviato anche a Derna, in Libia, e addirittura più lontano, in Egitto.
L’affondamento
Le sorti della guerra, per la Germania e l’Italia sua alleata, cambiarono in fretta. Così nel marzo del 1943 la nave Capri fu danneggiata nel corso di un attacco aereo a Trapani e, poche settimane più tardi, mentre si trovava in fase di riparazione a Torre del Greco, fu nuovamente colpita da un altro bombardamento alleato. Dopo l’8 settembre del 1943 il Capri fu dunque catturato dall’esercito tedesco e affondato con due cariche esplosive nel porto di Baia, vicino Napoli. Qualche tempo dopo, però, la nave fu ripescata e riparata. Tornata nel dopoguerra alla società che l’aveva varata, operò lungo la tratta che univa la città di Napoli con l’isola di Capri. Dopo tanti anni di onorata carriera, il Capri fu infine demolito e smantellato, nel 1974, in un cantiere di Vado Ligure.
Dario Budroni
Fonte e foto: Wikipedia