Villa San Michele, un rilievo di età tiberiana

Dal 24 maggio l’isola di Capri ospiterà per un anno un reperto storico ritrovato a Villa Jovis appartenente all’età tiberiana 

A Villa San Michele la storia è sempre in movimento. Un’evoluzione continua che ha portato alla realizzazione di uno spazio che ad Anacapri è diventato molto più che un simbolo. Proprio nei giorni scorsi è stato ufficializzato un ritorno che andrà ad arricchire la proposta culturale dell’ex dimora del medico e scrittore Axel Munthe: un rilievo con scena campestre a tema dionisiaco di età tiberiana (14-17 d.C.).

Il tutto è nato grazie alla collaborazione tra il Museo Archeologico di Napoli, il MANN, e l’istituzione svedese che ha sede sull’isola di Capri. Un legame che si è instaurato negli anni e che ha dunque facilitato il prestito di questo ultimo reperto, rinvenuto il 15 dicembre 1827 nell’ala est di Villa Jovis. L’isola azzurra, del resto, è stata attraversata in lungo e in largo da personaggi in ogni epoca storica, che hanno lasciato ai posteri dei frammenti conservati ancora oggi nelle principali sedi italiane. Ed è proprio uno di questi che torna a formare questo grande mosaico caprese, arricchendo per un anno l’interno della loggia delle sculture della storica villa di Anacapri, ormai considerata tra i musei più visitati della Campania.

Per l’occasione lo scorso 24 maggio, verso le ore 12:30, il direttore del MANN Paolo Giulierini e la soprintendente Kristina Kappelin hanno presentato l’opera insieme alle principali istituzioni locali. Da un lato la Direzione Generale Musei Campania, il direttore della Certosa di San Giacomo Pierfrancesco Talamo, e dall’altro il funzionario della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Napoli Luca Di Franco, e il direttore dell’Istituto Svedese di Studi Classici a Roma Ulf R. Hansson.

Questa iniziativa in verità non sarà un caso isolato. A Villa San Michele ci sarà inoltre la possibilità di ricollocare l’originale del busto marmoreo dell’imperatore Tiberio – trafugato la notte del 7 settembre 1991 dal museo e ritrovato solo in seguito – dopo essere stato oggetto di un processo di restauro che lo ha riportato a dei livelli ottimali.

«Il lascito del bellissimo bassorilievo è una ulteriore prova degli ottimi rapporti che si sono instaurati tra Villa San Michele e il MANN e in più arricchisce la collezione della Villa. L’arrivo dell’opera rivela anche una strana coincidenza. Una copia del reperto fa parte dei resti presenti all’interno del cubiculum di Villa San Michele. Evidentemente Axel Munthe lo amava e adesso, grazie alla generosità del MANN, sarà qui, esposto in originale».

«Dopo quasi due secoli» – afferma Paolo Giulierini – «torna sull’isola azzurra questo pregevole bassorilievo che ci racconta la vita a Villa Jovis nell’età tiberiana, riportandoci nel tempo mitico in cui nacque la leggenda da Capri. Il reperto sarà ospitato per un anno da Villa San Michele, omaggio alla storia meravigliosa di un sito dove scienza, natura e archeologia si fondono nell’affascinante figura del fondatore Axel Munthe. È con piacere che rinnoviamo, in questa occasione, la nostra convenzione con la fondazione a lui intitolata che ha, tra gli scopi, quello di approfondire i legami culturali tra Svezia e Italia, promuovendo reciproci scambi tra i due Paesi».

Riccardo Lo Re