Ambiente, Pecoraro Scanio: «Area Marina di Capri? Non può più aspettare»

Il  presidente della fondazione Univerde è intervenuto dopo aver incontrato il ministro Pichetto Fratin 

Alfonso Pecoraro Scanio ha le idee molto chiare sull’Area Marina protetta di Capri. Non solo va fatta per l’isola di Capri, ma crearla è allo stesso tempo un valore aggiunto per l’Italia intera. Per questo il  presidente della fondazione Univerde e già ministro dell’ambiente ha incontrato il ministro Pichetto Fratin che gli ha confermato l’impegno per sbloccare l’iter che porterà all’istituzione dell’AMP di Capri. «Lo avevo detto durante la riapertura di via Krupp e ho incontrato il ministro che è determinato a istituire finalmente quel parco marino di Capri atteso da decenni – spiega in una nota Pecoraro Scanio – Con Capri si può avviare il percorso per raggiungere il 30 per cento di mare protetto previsto dalla Ue. Spero che il ministro possa riprendere quel mio impegno che mi portò in tempi brevi a sbloccare le aree protette di Ischia e Procida, Bergeggi, Santa Maria di Castellabate, Infreschi». 

Il percorso è partito da molto lontano coinvolgendo il territorio, cittadini ed esperti del settore. Paola Mazzina, della Città di Capri, ha più volte dichiarato che dal 2020 il Ministero dell’Ambiente, grazie alla richiesta congiunta delle due amministrazioni comunali di Capri ed Anacapri, ha ripreso in mano le carte per quanto riguarda la procedura istitutiva dell’Area marina protetta dell’Isola di Capri. E lo ha fatto affidando ad Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e per la Ricerca Ambientale) i mezzi per poter acquisire tutti gli elementi necessari per individuare le zone che presentano un valore naturalistico e ambientale di assoluta rilevanza per la società. 

A stabilirlo è in particolare la legge  n. 394 del dicembre 1991 secondo la quale i «territori, specie se vulnerabili, sono sottoposti  ad  uno  speciale  regime  di tutela e di gestione» da parte delle istituzioni per promuovere il patrimonio naturale del paese.

 Gli obiettivi sono i seguenti:

  • la conservazione  di  specie  animali  o  vegetali;
  • l’applicazione di metodi di gestione o di restauro ambientale anche tramite la  salvaguardia  dei  valori  antropologici,  archeologici, storici e architettonici e  delle  attività  agro-silvo-pastorali  e tradizionali;
  • la promozione di attività di educazione, di formazione e di  ricerca scientifica,
  • la difesa e ricostituzione degli equilibri idraulici e idrogeologici 

Tutto questo sarà possibile solo quando l’isola avrà a disposizione di tutti i mezzi garantiti dalla norma del 1991. «Per Capri serve una piccola modifica della legge 394 del ’91 che si può fare in un qualsiasi decreto legge di semplificazione o nella legge di stabilità. Basta rinvii”, conclude Scanio che aggiunge: «Si parte con Capri e poi con Santuario delfini nel golfo di Taranto, area del Piceno, del Conero, di Taormina».