L’ultimo libro del noto autore televisivo è dedicato al soggiorno del fondatore dell’Unione Sovietica nell’isola campana
Il rivoluzionario che riposa imbalsamato in una bara di vetro, conservata tra le possenti mura del mausoleo posizionato al centro della Piazza Rossa, amava anche lui perdere lo sguardo nel mare azzurro che bagna gli imponenti Faraglioni. Lenin, fondatore dell’Unione Sovietica, fu infatti uno dei tanti intellettuali a restare sedotti dalle bellezze e dalle atmosfere dell’isola di Capri. Qui soggiornò ben due volte, nel 1908 e nel 1910, e sempre qui entrò in contatto con altri esuli russi ma anche con alcuni esponenti di quella stessa borghesia che sognava di abbattere. Una storia che, dopo aver riempito le pagine dei saggi storici, adesso diventa anche la trama di un romanzo costruito tra realtà e finzione. Un libro che si intitola Il pescatore di Lenin e che porta la firma di Lorenzo Beccati, autore televisivo di programmi di successo come Paperissima e Striscia la Notizia e che, tra le altre cose, ha anche prestato la voce al personaggio del Gabibbo.
Il pescatore di Lenin
Il libro di Beccati, edito da Oligo, è arrivato in libreria solo pochi mesi fa. Un romanzo, il suo, che racconta il soggiorno caprese di Lenin attraverso una storia che, in parte, è il frutto della sua immaginazione. «Tra rigorosa realtà storica e finzione narrativa, in un intreccio che lega insieme il presente con l’avvio del XX secolo, Lorenzo Beccati costruisce un romanzo partendo da un frammento di vita del rivoluzionario russo più famoso di sempre: il breve soggiorno di Lenin a Capri qualche anno prima del fatidico ottobre 1917» – si legge nella descrizione del libro – «Le giornate del futuro padre dell’Unione Sovietica scorrono tra gite in barca ai faraglioni e passeggiate nella piazzetta, tra partite a scacchi con i compagni di partito, un amore clandestino, e cene di gala sul panfilo degli industriali dell’acciaio Krupp. Anto ‘o muto, pescatore solitario e anarchico verace, con caparbietà diventa suo amico. Il caprese è capace di grande devozione ma anche di gettare nel tumulto la coscienza di Lenin. Con lui il russo scoprirà lati sconosciuti, e a tratti oscuri, dell’isola partenopea e della sua anima rivoluzionaria. Il tutto è pervaso da un enigma: perché il capo dei bolscevichi è andato a Capri?».
Lenin a Capri
Il lavoro di Lorenzo Beccati contribuisce così a mantenere viva la memoria del soggiorno di Lenin a Capri. Il futuro padre dell’Unione Sovietica, infatti, sbarcò nell’isola campana su invito di Maksim Gor’kij, scrittore e drammaturgo di ideali socialisti e per questo costretto a vivere lontano dalla sua Russia. Di quei soggiorni a Capri restano oggi dei dipinti e anche alcune fotografie in bianco e nero che ritraggono lo stesso Lenin intento a sfidare in una partita di scacchi Aleksandr Bogdanov, pure lui uno dei padri del bolscevismo. Per questo, a Capri, negli ultimi anni è stato organizzato un torneo di scacchi che porta proprio il nome del fondatore dell’Unione Sovietica. Nei pressi dei Giardini di Augusto, invece, si trova ancora oggi una stele di marmo in omaggio a Lenin realizzata dallo scultore Giacomo Manzù. Nell’Europa occidentale sono pochissimi i monumenti dedicati al rivoluzionario russo. In Italia ne esistono soltanto due: la stele di Capri e il busto che si trova nella piazza di Cavriago, un piccolo comune poco distante da Reggio Emilia.
Dario Budroni