Lo scrittore scozzese scelse una casetta sulla sommità più alta dell’isola di Capri, dove trovò ispirazione per due romanzi d’eccezione
Occhi azzurri, cappello a falde larghe di colore blu, una passione per le terre circondate dal mare: dalla Gran Bretagna a Capri, da Barra a Jethou. Si tratta di Compton Mackenzie, scrittore scozzese, che ha ispirato D.H Lawrence per il protagonista del racconto L’uomo che amava le isole.
Chi era
Sir Edward Montague Compton Mackenzie nasce a West Hartlepool il 17 gennaio 1883. Fu autore di numerosi romanzi pubblicati nei primi decenni del Novecento: The Passionate Elopement, Carnival, Sinister Street, Extremes Meet e poi, ancora, Whisky Galore! del 1947, Rockets Galore del 1957 e l’autobiografia My Life and Times, scritta tra il 1963 e il 1971, poco prima di morire il 30 novembre del 1972, a Edimburgo. Grande sostenitore dell’indipendenza della Scozia e co-fondatore del Partito Nazionale Scozzese, Mackenzie faceva parte di una famiglia dalla lunga tradizione teatrale: suo padre Edward era un impresario e un attore, sua sorella Fay fu tra i protagonisti di molte opere di James M. Barrie e suo nipote era il regista Anthony Pelissier. Si trasferì sull’isola di Capri nel 1913 e vi rimase, assieme alla moglie Faith Stone, fino al 1920. Negli anni Trenta costruì una dimora sull’isola di Barra, in Scozia, una delle tante isole in cui ha vissuto temporaneamente, e qui è sepolto nel rispetto del suo enorme amore per le Highlands scozzesi.


Le dimore di Compton e Faith
La curiosità per l’isola azzurra viene fuori guardando alcune stampe antiche che lo convincono a partire alla volta di Capri.: una volta sbarcato, Mackenzie rimane talmente colpito dalle bellezze naturali che decise di restarvi dieci anni in compagnia della prima moglie e di ambientarvi due delle sue opere letterarie. Dopo aver soggiornato per qualche tempo all’Hotel Faraglioni, lo scrittore si trasferisce a Villa La Caterola e, poi, a Villa La Solitaria, affittando la dimora di Edwin Cerio per due lustri a cinquanta sterline l’anno. Fa amicizia con Axel Munthe – che lo aiuta a tenere in piedi il legame con la moglie Faith – e acquista una piccola costruzione nella vallata di Cetrella. Un cottage con quattro stanze all’ombra di due pini acquistato con il denaro guadagnato da Silvia Scarlett: è qui che era solito incontrare – in maniera più o meno ortodossa – alcuni giovani isolani. Nel 1920 Compton lascia Capri e si trasferisce in una piccola isola della Manica, per far ritorno nella terra delle sirene tre anni più tardi, in un momento di difficoltà economica, superato proprio grazie alla vendita della casetta Mackenzie, oggi custodita dai volontari dell’associazione Amici di Cetrella.
I racconti satirici
Vestal Fire di Compton Mackenzie è stato per molti un autentico ritratto della vita caprese dell’epoca, un luogo da lui stesso definito come island of pleasure, l’isola dei piaceri. Pubblicato nel 1927, racconta alla maniera satirica personaggi e fatti capresi, gossip, tradimenti e amori vietati di quel nugolo di stranieri – tra i quali anche molti amici dello stesso autore che trovano posto nel libro con uno pseudonimo – che, nei primi anni, del Novecento trovò rifugio all’ombra dei Faraglioni. Un anno più tardi, vede la luce anche la novella Extraordinary Women, anche in questo caso una versione romanzata della Capri di allora ispirata dall’arrivo a Capri di un gruppo di donne.
Francesco Tivoli
Credit: Villa La Solitaria Costantino Esposito