castello di papengouth

Il Castello di Papengouth, tra storia e propaganda

Fu costruito a Anacapri su volere del conte Papengouth che trasformò un ex convento in un punto di ritrovo per la sua propaganda religiosa

Il Castello di Papengouth fu costruito intorno alla fine dell’Ottocento, lungo la strada principale di Anacapri, via Giuseppe Orlandi. Questo imponente edificio ha rappresentato per lungo tempo la dimora di Osvaldo e Alessandro Papengouth, gli ultimi discendenti della nota dinastia di conti olandesi, sbarcati sull’isola di Capri nel lontano 1884. Raggiunta la perla del Mediterraneo, la famiglia decise di mettere radici e di realizzare la propria abitazione in quello che un tempo era il convento di Madre Serafina di Dio, un vero e proprio luogo di ritrovo per la propaganda religiosa, dove si riunivano per lo più i forestieri.

La storia dei conti Papengouth

Il carattere determinato e l’ideologia radicale che accompagnarono l’intera esistenza di Alessandro Papengouth vanno ricercate nelle sue origini. L’uomo era, infatti, figlio di Osvaldo, un rivoluzionario portatore di idee dei missionari battisti, che decise di avviare il suo processo di evangelizzazione anche nel territorio campano, in compagnia dei suoi due figli, Nicola e Alessandro. Fu proprio la voglia di diffondere questo nuovo culto religioso che spinse i conti olandesi Papengouth a scegliere l’isola azzurra.

Le origini dell’edificio

La cittadina di Anacapri rappresentò per la famiglia del conte un terreno fertile dove poter professare la propria religione. Così Papengouth decise di acquistare l’ex monastero abbandonato, messo all’asta dal Regio Demanio dello Stato, donandogli una nuova vita. Grazie al finanziamento ottenuto da parte della Baptist Missionary Society, il conte riuscì a ristrutturare l’intero edificio, trasformandolo in un elegante albergo, che prese il nome di Castello San Michele. Tuttavia, a causa dell’eccessivo sfarzo dell’hotel, Papengouth cadde in miseria e fu costretto a cedere la struttura che fu venduta e divisa tra diversi acquirenti intorno ai primi anni del Novecento.

Tra arte e architettura

Con la ristrutturazione del convento, le facciate esterne furono arricchite da fastosi stucchi e raffinate merlature sui lastrici. La forma quadrata della dimora di Papengouth era caratterizzata da un’evidente squadratura dei lati e da angoli vivi. Ma ciò che differenziava il castello rispetto a tutte le altre case anacapresi dalle movenze tondeggianti e dai colori chiari, era sicuramente la sua muratura. L’hotel, infatti, fu realizzato con un tufo di alta qualità, dalle tonalità scure, quasi tendenti al nero.

Gli interni furono completamente rinnovati: un intreccio tra lo stile pompeiano e quello barocco definiva l’arredamento dei saloni e delle stanze dell’albergo. A richiamare la missione battista di Papengouth nell’edificio, la frase latina «Hic manebimus optime», Qui staremo benissimo. L’antico monumento, seppur non più visitabile, ancora oggi è spesso menzionato da esperti d’arte e di storia, che hanno apprezzato la struttura e l’architettura di questo castello nel cuore di Anacapri.

Viviana Vitale

Credit: foto d’epoca da anticomonasteroanacapri.com