Il ristorante di Lucio Gaeta è stato uno dei fari di questa estate caprese, con i suoi prodotti unici selezionati con la cura di chi conosce bene la tradizione
Quando pensi a Il geranio, vengono in mente vari aspetti legati alla cultura caprese. Il ristorante è come se fosse ancorato alle radici di questa terra, alimentata dai sogni e dalle speranze che l’isola ogni anno riserva ai suoi turisti. Il locale di Lucio Gaeta ha dalla sua parte una cornice che possiede un suo equilibrio interiore. Da un lato ci sono Giardini di Augusto di Friedrich Alfred Krupp, dall’altro i Faraglioni che contribuiscono a regalare bellezza. Il valore dell’estetica a Capri è fondamentale. Ogni posto che si visita, dai musei storici ai luoghi del presente, lo sguardo è il primo grande indicatore della qualità presente sull’isola azzurra. Lo sa bene Lucio Gaeta che ha creato uno dei fari di questa estate caprese. Una straordinaria occasione per conoscere i punti cardine della sua cucina e la sua visione dell’arte gastronomica locale.


Quest’anno numerosi vip hanno avuto il piacere di assaporare il mito di Capri a tavola. E quando si ricevono i complimenti dai grandi volti dello spettacolo significa aver azzeccato tutto dell’esperienza che un turista deve provare in un ristorante. Mentre negli altri casi – tra habitué e residenti – l’obiettivo è di stravolgere i canoni con nuovi piatti, qui si è di fronte a un telo completamente bianco dove sei tu a decidere che colori o gradazioni inserire. Il Geranio ha infatti quest’anno servito dei grandi nomi del cinema come Ansel Elgort, attore della saga di Divergent ma visto di recente in uno degli ultimi capolavori di Steven Spielberg, West Side Story. Una danza continua sul grande schermo che sicuramente avrà percepito anche ne Il geranio, dopo ogni portata. Un’altra grande star è senza dubbio Zoey Deutch, che ha davvero apprezzato la sua cucina. Un tripudio di sapori che ha colpito persino Patrick Schwarzenegger, figlio di Arnold Schwarzenegger e anche lui una star emergente del cinema mondiale.
Riccardo Lo Re