Capri amore

L’isola dell’amore eterno

Le iscrizioni sulla pietra, sul cemento o sul legno delle panchine hanno consegnato amori di ogni epoca all’archivio del tempo 

L’isola di Capri è, da sempre, meta di innamorati provenienti da ogni parte del mondo che mai hanno resistito al desiderio di lasciare una testimonianza del loro passaggio.

Altro che stories!

La voglia di dire al mondo di aver condiviso un momento speciale in un posto altrettanto speciale oggi è affidata a selfie e stories su Instagram: ma non crediate che prima delle istantanee ci si perdesse d’animo! Già ai tempi della meravigliosa Pompei, l’utilizzo dei muri per esprimere i propri sentimenti era una abitudine frequente. Allo stesso modo, l’isola di Capri s’è fatta spesso bacheca per incisioni, intagli e iscrizioni che hanno superato l’iniziale concetto di blando vandalismo per assurgere a testimonianza storica, dal sapore quasi archeologico.

Piccole storie

Avete mai visto uno di quei film o, addirittura, serie tv dal finale aperto e dei cui protagonisti non avete mai conosciuto l’evoluzione, nonostante vi foste affezionati a loro? Chissà dove saranno, ecco, Domenico e Carla, che il 17 luglio del 1967 incisero i propri nomi e questa data nei mattoncini rossi che pavimentano la terrazza del Belvedere Cannone: non lo sapremo mai ma potremmo divertirci a immaginarlo. Arrivati fin lassù, con quella vista ampia 270° sul versante sud dell’isola di Capri, avranno pensato: «Scriviamolo da qualche parte, affinché nessuno di noi possa pensare che sia stato solo un sogno!» 

Così come aspettiamo di conoscere il prosieguo delle vite di tali Massimo e Andrea che su una porta in ferro nascosta giù in via Occhiomarino – la stradina che raccoglie il testimone di via Camerelle – scrissero, nel lontano giugno del 1992: «In questo paradiso siamo passati noi. La vita è qui, tra la natura di Capri.»  Scriveteci, se vi riconoscete!

La promessa

L’isola di Capri, quindi, è terra in cui ci si promette l’amore: ma è capitato che anche l’isola stessa fosse oggetto di una promessa. Ne è prova una piccolissima, quasi impercettibile, incisione del 1996 su un traliccio di via Moneta, in località Tiberio: «So will return for this» e il disegno stilizzato di una casetta. Un viaggiatore, rimasto affascinato dalla quiete della parte alta del territorio e dalle abitazioni caratteristiche della viuzza, si sarà ripromesso di acquistarne una, al suo ritorno: ci sarà riuscito? Non è dato saperlo.

La voglia di essere i primi

Altra storia, invece, racconta il cemento. I «rappezzi» – termine mutuato dalla sartoria e utilizzato sull’isola di Capri anche nell’edilizia – sono gli obiettivi più ghiotti di coloro che non hanno voluto lasciare messaggi su vecchi muri, col rischio di rovinarli, ma hanno approfittato del cemento ancora fresco per dire la loro. G. e C., nel 1986, mai avrebbero immaginato che il semplice gesto di passare uno stecchino in un rappezzo di via Acquaviva, appena sotto la Piazzetta, sarebbe stato così longevo e non ancora cancellato da nuovi interventi o, semplicemente, dal tempo.

La magia che si crea in questo posto è tutta racchiusa in un concetto: al viaggiatore non basta ricordare la propria esperienza sull’isola di Capri ma vorrebbe che fosse quest’ultima a ricordarsi del suo passaggio.

Michele Di Sarno

Credit: Michele di Sarno