La sovrintendente di Villa San Michele trattiene ad Anacapri lo spirito dell’illustre medico svedese Axel Munthe
Questa storia incredibile inizia nel 1876, nel segno divino del chiaroscuro, quando lo scrittore e psichiatra svedese Axel Munthe, all’età di diciotto anni, visita per la prima volta l’isola di Capri e ne resta folgorato. Un incontro illuminato che cambierà per sempre il suo destino, innamorandosi nel 1895 delle rovine di un’antica cappella del X secolo, dedicata a San Michele, restaurando quei muri diroccati e, infine, donando alla sua morte l’intera proprietà allo stato svedese, dopo che una malattia agli occhi lo aveva costretto ben presto a ritirarsi all’ombra di Torre Materita, ormai quasi cieco e sommerso dai ricordi al crepuscolo della vita. Oggi, nel punto più alto dell’isola, sorge Villa San Michele: una vera e propria ambasciata dell’ospitalità, culla di contaminazioni culturali e crocevia di artisti, intellettuali e aristocratici europei, abbagliati dal giardino incantato e ispirati dalla montagna che abbraccia un castello millenario e l’intero golfo di Napoli.
La memoria del medico svedese
A raccogliere l’eredità di Axel Munthe, rafforzando il legame indissolubile tra Anacapri e Svezia, la sovrintendente di Villa San Michele Kristina Kappelin, nata a Stoccolma e trasferita in Italia nel 1984. Giornalista e scrittrice, per lunghi anni corrispondente in Italia per la televisione pubblica svedese Sveriges Television, vanta una profonda conoscenza della cultura e della società svedese e italiana. Se Villa San Michele, dunque, non può conservare le spoglie mortali del medico svedese, le cui ceneri nel 1949 venivano disperse nel mare del nord, è proprio Kristina Kappelin a trattenerne lo spirito ad Anacapri, tra frammenti di sarcofagi, busti, pavimenti romani, colonne e perfino una tomba greca e una sfinge in granite, che domina dal belvedere tutta l’isola di Capri. E luce ovunque.

La prima caprese
«Sono arrivata a Capri la prima volta a 14 anni, in una Pasqua fredda e tempestosa, per visitare Villa San Michele insieme alla mia famiglia. Il mare era molto agitato e mia sorella è rimasta traumatizzata dalla traversata da Sorrento» – racconta Kristina Kappelin – «Il sovrintendente di allora ci ha accolto nella sua abitazione per aiutarci a riprendere fiato. Nonostante il pessimo tempo, Villa San Michele mi ha fatto una incredibile impressione. Mi ricordo di aver pensato che dirigerla sarebbe stata una cosa meravigliosa. Tanti anni dopo il mio sogno si è avverato. La Villa offre una once in a lifetime experience di bellezza e armonia. Il modo in cui l’architettura si sposa con il giardino e lo spettacolare paesaggio dell’isola e del mare che la circonda, è assolutamente unico. Sembra di entrare in una favola. La grande sorpresa di tanti visitatori è proprio la pace che regna al suo interno, rispetto alla caotica Capri nei periodi di alta stagione. A Villa San Michele si sentono solo gli uccelli, il vento e le voci del mare, tanto care al suo fondatore Axel Munthe.»
Un museo con vista
La casa di Munthe – trasformata in un museo gestito dalla Fondazione che, ogni anno, conta circa 125 mila visitatori provenienti da ogni parte del mondo, ospita ottanta titolari di borse di studio e numerosi eventi culturali – oggi rappresenta il punto di incontro per la Svezia nel Mediterraneo. «Dai tempi di Axel Munthe in poi, Villa San Michele è stata frequentata e visitata da personaggi importanti, come la regina Victoria di Svezia, della quale Munthe era il medico personale, gli scrittori Henry James e Oscar Wilde, il compositore svedese Hugo Alvén e, più recentemente, il tenore Andrea Bocelli e lo scrittore Richard Ford» – spiega la sovrintendente – «Stiamo lavorando per dedicare un omaggio alla straordinaria Luisa Casati Stampa, che affittò Villa San Michele negli anni Venti, e in estate riprende il programma di concerti al tramonto Un’estate per sognare, con cantanti e musicisti svedesi e italiani. Continueremo la nostra collaborazione con la bellissima rassegna letteraria di Antonio Monda e Davide Azzolini e, a fine agosto, ci sarà la terza edizione del nostro festival culturale Il salotto della Sfinge.»
A quasi 150 anni di distanza dall’approdo sull’isola dell’illustre svedese, Kristina Kappelin ripercorre le sue orme e rivive le stesse emozioni di Munthe.
«Trascorro moltissimo tempo nella villa. Sono fortunata a potermi circondare di tanta bellezza. Nel tempo libero passeggio, vado al mare e sto ancora scoprendo l’isola con lunghe passeggiate. Adoro il Faro di Punta Carena, così bello e monumentale, anche per quello che simboleggia. E poi i bagni in quella piccola baia, soprattutto la mattina presto. Quando sono lontana, le sfumature del colore del mare mi ricordano l’isola e non mi abbandonano mai. Villa San Michele è un sogno divenuto realtà e un luogo estremamente suggestivo e ispirante. Nel meraviglioso libro La storia di San Michele, Axel Munthe mescola il vero e l’immaginario, rafforzando l’incanto e la magia della Villa.»
Antonio De Nicola
Credit: Villa San Michele