Una nuova ricerca ha permesso di ricostruire l’identità di una delle tante persone che morirono durante l’eruzione del Vesuvio
Era arrivato lì. Ai piedi dell’inferno. Il Vesuvio faceva tremare la terra e con una potenza mai vista travolgeva la città con lava, cenere e gas. Era stato spedito a Ercolano per cercare di salvare la popolazione, ma alla fine anche lui trovò la morte davanti al mare, con le braccia aperte e la faccia nella sabbia. Il suo scheletro fu individuato e recuperato quarant’anni fa e adesso, dopo ulteriori studi, la sua identità è stata finalmente svelata. Quel soldato romano, con tutta probabilità, era un ufficiale della flotta che Plinio il Vecchio aveva inviato a Ercolano per aiutare gli abitanti della città devastata.
La scoperta
Nei primi anni Ottanta gli archeologi trovarono, lungo la spiaggia di Ercolano, circa 300 scheletri. Persone che cercavano di fuggire dalla città in distruzione ma che lì, sul mare, nell’estate del 79 dopo Cristo, trovarono comunque la morte. Uno scheletro in particolare colpì però gli studiosi: i resti di un uomo in armatura e con una sorta di zainetto sulle spalle. «Questo studio nasce da un lavoro generale di revisione di tutto il materiale che era stato recuperato nel corso degli anni Ottanta del secolo scorso nell’antica spiaggia di Ercolano» – ha spiegato all’Ansa Francesco Sirano, il direttore del parco archeologico e autore della nuova ricerca – «Si tratta di materiale molto interessante. Sono gli scheletri degli oltre 300 fuggiaschi che qui erano stati recuperati.»
Poi Sirano, sempre all’Ansa, racconta la storia dell’ufficiale romano, che quando morì aveva circa 45 anni: «Con tutta probabilità questo personaggio è un geniere, un faber navalis. Apparteneva alla flotta del Miseno e faceva parte della spedizione di salvataggio che Plinio il Vecchio lanciò per portare aiuto alle popolazioni che si trovavano nell’area del golfo di Napoli. In particolare mi sono interessato dello studio dell’armatura, i cui dettagli decorativi sono davvero molto significativi e anche di uno zainetto che questa persona aveva sulle spalle. All’interno vi erano degli strumenti che servono per lavorare il legno. A pochi metri fu anche rinvenuta una barca con tre rematori su ogni lato. Non può essere una barca per pescatori. È stata invece ritenuta dagli studiosi una lancia militare.» E mentre è stata appena diffusa la notizia della nuova scoperta, a Ercolano ci si prepara adesso per una nuova campagna di scavi che interesserà un’area di 2mila metri quadrati.
Le novità del parco
Con l’allentamento delle restrizioni anti Covid degli ultimi tempi, il Parco Archeologico di Ercolano, insieme a quello di Pompei, è tornato a ospitare in sicurezza i suoi visitatori. Tra le novità di queste settimane c’è anche quella dell’iniziativa Close Up Cantieri, che dà la possibilità ai visitatori di ammirare in anteprima alcune domus, al momento chiuse per via di alcuni interventi conservativi, in compagnia dei restauratori, degli archeologi e degli architetti del parco. Saranno direttamente loro, gli studiosi, a illustrare i lavori di manutenzione e di restauro attualmente in corso.
Dario Budroni
Foto dalla pagina Instagram del Parco archeologico di Ercolano