L’antica chiesa del Santissimo Salvatore, al momento chiusa al culto, e il complesso conventuale di Santa Teresa nel pieno centro di Capri
A pochi passi dalla piazzetta, attraversando un piccolo borgo seicentesco, si può scoprire un complesso religioso e monumentale: quello del Convento di Santa Teresa, che comprende anche la chiesa del SS. Salvatore, oggi non aperta al culto. È il culmine di un breve ma suggestivo percorso attraverso vicoli coperti, sui quali si scorgono ancora le antiche travi in legno, che circondano la chiesa e il convento, che oggi si presenta perfettamente amalgamato con l’agglomerato urbano, in un modo così armonico che potrebbe risultare difficile riconoscerlo.
La chiesa del Santissimo Salvatore
L’austera facciata, che si discosta nettamente nelle sue linee dalle coeve chiese barocche, ubicata in cima a una doppia scalinata è l’elemento più evidente che vi farà capire di essere arrivati a destinazione. Purtroppo, la chiesa al momento è chiusa, ma in cima alla breve scalinata si può godere di uno scorcio di paesaggio che si perde nel mare verso il golfo di Napoli. La costruzione della chiesa risale al 1666 su progetto dell’architetto Dionisio Lazzaro e fu completata quattro anni dopo nel 1770. Caratteristica principale della chiesa, che vede un ingresso rettangolare antistante la zona propriamente liturgica e una conformazione ad unica navata con quattro cappelle laterale, è il pavimento maiolicato che secondo gli studiosi è precedente al più famoso pavimento della chiesa di San Michele Arcangelo di Anacapri, che raffigura il paradiso terrestre.
Il complesso monumentale
A parziale compensazione del fatto di non poter visitare la chiesa, c’è la possibilità di esplorare il dedalo di porticati coperti che compongono il complesso monumentale dove tutt’oggi è presente il convento delle Teresiane con la scuola primaria. Guardando verso la facciata della chiesa a sinistra noterete, in cima alla scalinata un arco. Dopo averlo superato, vi troverete in quello che una volta era il chiostro che cingeva il giardino delle suore teresiane, percorrendolo noterete come nel corso dei secoli gli spazi siano stati via via destinati ad abitazioni. Difatti sono molti i residenti che abitano in quello che adesso sembra un enorme cortile, e addentrandosi lungo il porticato laterale si trovano altri appartamenti che appartengono a isolani e vacanzieri. Un luogo vivace che trasuda ancora oggi tutto il suo fascino seicentesco. Prima di lasciare il cortile, un’ultima occhiata all’arco di ingresso che regala una stupenda vista incorniciata della silhouette della dirimpettaia Napoli e, al di sopra dell’arco, vi è ancora un antico dipinto della venerabile Madre Serafina, figura di spicco della spiritualità isolana del XVII secolo. Fu lei, infatti, con la sua tenacia e fervore mistico a fare sì che Capri ospitasse il complesso.
Come arrivare
Dalla piazza Umberto I salire la gradinata della chiesa di Santo Stefano per poi proseguire per la scalinata alle spalle e imboccare via Madre Serafina. La chiesa si trova poco più avanti, alla fine del tratto al coperto della strada.
Ugo Canfora
Credit: Costantino Esposito