Chiesa di Santo Stefano
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La chiesa barocca nel «salotto del mondo»

Santo Stefano Protomartire è la chiesa più grande dell’isola, situata proprio nella piazzetta di Capri

È sicuramente la chiesa più famosa di Capri, la ex Cattedrale di Santo Stefano Protomartire, che si erge sulla sommità della gradinata colloquialmente chiamata da tutti le «scale della chiesa». Un complesso sacro e monumentale, che dal XVI secolo è stato fulcro della spiritualità della comunità caprese e che, nel corso dei secoli, ha assistito, silenziosa, ai cambiamenti dell’isola. Oggi fa da contraltare con la sua sacra austerità esteriore alla vivacità e alla mondanità, talvolta effimera, della piazzetta e dei dintorni, tanto che osservando attentamente si nota come bar e alcuni negozi di quel versante della piazza siano praticamente ospitati nelle fondamenta della chiesa.

Il quadrilatero della piazzetta tra sacro e profano

Questo apparente contrasto in realtà è molto meno stridente di quanto ci si aspetti, specialmente nei mesi invernali, quando la piazzetta da salotto del mondo diventa «agorà» per i lavoratori isolani. La chiesa, oltre alla sua funziona sacra, scandisce con i suoi riti e i rintocchi di campane, la vita quotidiana dei capresi – religiosi e non – e ne accompagna tutte le fasi dell’esistenza: ancora oggi è quasi surreale osservare come anche nel pieno delle allegre giornate estive la piazzetta improvvisamente si ammutolisce con rispetto in occasione delle solennità e nelle tristi occasioni dei funerali. La ex cattedrale, che risale al 1688, progettata dall’architetto Francesco Antonio Picchiatti, sorge sui resti di un convento benedettino del VI secolo, di cui era parte integrante il famoso campanile della piazzetta. Fu consacrata nel 1723 e divenne la sede vescovile dell’isola fino all’abolizione della diocesi, nel 1818. Anche il palazzo che oggi ospita il municipio di Capri era un tutt’uno con la sede vescovile.

Cenni architettonici

La struttura della chiesa si presenta a croce latina con tre navate: in ciascuna delle tre si affacciano quattro cappelle. La navata centrale invece è caratterizzata da una maestosa volta a botte. In prossimità dell’altare si possono apprezzare marmi policromi provenienti da Villa Jovis. Di particolare pregio la struttura lignea del coro e l’imponente organo che sovrasta l’altare.
Nella parte sinistra del transetto è presente un altare con le reliquie di San Costanzo , il patrono dell’isola, il cui busto argenteo, che ogni anno il 14 maggio viene portato in processione, è conservato nella sagrestia della chiesa.

Un piccolo pezzo di Certosa

Se, quando visiterete per la prima volta la chiesa, volete provare a divertirvi a risolvere questo «enigma» non leggete queste ultime righe. Se non siete riusciti a risolverlo ve lo spieghiamo noi: nella parte destra del transetto vi è una cappella dove sono presenti le tombe di Giacomo e Vincenzo Arcucci, due nobili capresi del XIV Secolo. Al Conte Giacomo si deve la costruzione della Certosa di San Giacomo e, proprio fra le braccia della statua di quest’ultimo, si può notare la riproduzione della chiesa del complesso monastico che affaccia sul versante sud dell’isola.

Ugo Canfora

Credit: Costantino Esposito
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