Il primo ad esporre quest’anno sarà Drew Englande. L’inaugurazione è prevista per il 20 maggio alle 19
Plan X Gallery è pronta a un’altra straordinaria stagione all’insegna dell’arte e della cultura. La sede di via Castello 7 (ex taverna Il Guarracino) ha scelto di partire mantenendo intatta la sua ricerca e sperimentazione spaziando attorno al mondo della contemporaneità. Per farlo si servirà anche quest’anno dello sguardo attento dei suoi artisti di talento. A cominciare da Drew Englander, pronto a intraprendere una nuova sfida con la prima mostra personale in Italia. Un lavoro che ha avuto origine dalla residenza d’artista proprio sull’isola di Capri.
La mostra
Il viaggio è partito da molto lontano. Uno studio che Englander ha intrapreso a Brooklyn, New York, quando ha cominciato a delineare i contorni di un’isola paradisiaca di vaste proporzioni.
Ebbene, dopo essere approdato a Capri, la serie di Englander comincia a prendere trasforma, focalizzandosi dal panorama (con i suoi elementi naturali) agli elementi legati all’esperienza umana. Dell’isola colpisce la folla di turisti che popolano ogni vicolo. Ma da essere percepita come una distrazione è diventato centrale nella definizione delle opere dell’artista, finendo per assumere un aspetto di spontaneità, oltre che una fonte inesauribile di complessità.
La serie esposta a Plan X Gallery si è dunque concentrata su questi elementi umani, con Englander che ha immaginato numerose storie di turisti in visita sull’isola di Capri. La bellezza del paesaggio, pur mantenendo il suo ruolo principale, ha comunque lasciato spazio a questi drammi umani in divenire. Narrazioni che col tempo assumevano la loro importanza come i luoghi che sono diventati mito.
La bio
Drew Englander, nato nel 1985 a Ventura, CA, è un pittore che attualmente abita e lavora a Brooklyn, NY. Il suo stile distintivo si basa su colori audaci, prospettive distorte e forti contrasti chiaroscurali. Un lavoro che viene plasmato dalle interazioni quotidiane con la tecnologia digitale, lo sport e l’intrattenimento, la realtà virtuale e la storia dell’arte. Il risultato è una produzione che racconta la natura paradossale della solitudine in un mondo iper-connesso, sottolineando la necessità di adattarsi ai cambiamenti ambientali e psicologici.
Riccardo Lo Re