Pulalli Wine Bar, il ristorante scandito dal tempo

Sulla torre dell’orologio che domina la piazzetta di Capri si trova un locale unico con una storia ancora tutta da scrivere. Ce ne parla il proprietario Alessandro Arbace

Quando uno pensa all’isola di Capri si cerca sempre di associarla a dei luoghi.   Ma c’è un posto che prima di presentarsi in tutta la sua bellezza lascia alcuni piccoli indizi sonori che ci portano fino a destinazione, la piazzetta con il suo campanile, divenuto uno dei simboli della città di Capri. I turisti rimangono ammaliati dal quel suono che scandisce ripetutamente il tempo sull’isola delle sirene. E una volta arrivati in piazza Umberto I, a darti il benvenuto ci sono locali come il Pulalli, un wine bar che nel tempo ha cambiato la sua veste, diventando oggi un rinomato ristorante. 

Ma come ci si arriva? La via che porta al Pulalli comincia da un indizio che si trova proprio sulla facciata del campanile: una mattonella indica la scalinata d’accesso – situata proprio di fianco all’edicola – che vi condurrà a destinazione: su fino alla cima della torre dell’orologio in un posto che ripagherà ogni sforzo, come ci spiega il titolare del ristorante Alessandro Arbace.

Cenare sul campanile di Capri deve essere davvero incredibile

La posizione del Pulalli è davvero unica, anche se devo essere sincero non è questo ad affascinare i nostri clienti. Rimangono colpiti soprattutto dal terrazzino con i suoi tre tavoli vista piazza. La saletta interna, poi, è praticamente attaccata alla torre dell’orologio, con il suo suono davvero inconfondibile. 

Eppure, raggiungerlo è una vera sfida

Ma è anche ciò che lo rende unico. Pulalli ha questa peculiarità di essere un locale nascosto nonostante sia pure così centrale. Per arrivarci devi prima di tutto conoscerlo. E questo, prima dei social, era possibile solo con il passaparola. La clientela del ristorante nei primi anni dell’apertura era quasi sempre fatta di habitué e residenti, ma adesso con i social e Tripadvisor tutto gira molto più veloce e indubbiamente ha influito sull’aumento vertiginoso del numero di clienti.

Qual è il posto più richiesto di questo ristorante? 

Sicuramente il balconcino che guarda dritto verso la baia di Marina Grande. Si tratta di un tavolino per due persone che, con la giusta atmosfera, diventa il luogo più romantico del nostro locale, sia al tramonto, con i suoi colori spettacolari, sia nei periodi in cui c’è più luce, lasciando intravedere l’intero Golfo di Napoli. 

Facciamo, però, un passo indietro. Qual era il tratto distintivo del Pulalli? 

All’inizio era partito come un piccolo wine bar creato da mio padre Fabrizio nel 2000. Nel tempo, però, questo locale si è trasformato in un vero e proprio ristorante, anche grazie a una lunga tradizione familiare nel campo della ristorazione. Mio nonno ha aperto il suo primo ristorante nel 1937 e mio padre, dopo averci lavorato per un po’ di anni, ha deciso di mettersi in proprio con un posto tutto suo interamente dedicato ai vini. Il suo percorso da sommelier è stato determinante per la nascita del Pulalli e questa passione non l’ha mai più abbandonato.    

Dopodiché cos’è successo?

Sono arrivato a gestire il locale nel 2017 dopo che papà è venuto, purtroppo, a mancare. Avevo appena finito il liceo e mi sono trovato con questa scelta importante da prendere abbastanza in fretta. Eppure, in quel poco tempo ho sentito davvero il bisogno di continuare la strada tracciata da mio padre, un lavoro che ho scelto col cuore e a cui mi sono subito affezionato grazie al sostegno dello staff e di una clientela molto legata a questo locale.    

Che cosa si deve aspettare il cliente dal Pulalli?

Cerchiamo sempre di puntare verso una cucina genuina, con pochi piatti classici e qualche novità aggiunta di anno in anno. Il fuori menu è un altro punto a nostro favore, realizzato in base ai prodotti freschi e di stagione scelti con cura dallo chef. Le persone sanno che venendo qui mangeranno bene e troveranno portate semplici scelte con l’unico criterio possibile: la qualità.      

Una qualità che passa anche per vini

Assolutamente. L’offerta della nostra cantina è molto ampia. Abbiamo più di 150 etichette qui al Pulalli, nonostante gli spazi siano davvero esigui con appena 30 coperti. Ma il vino non può davvero mancare, essendo una componente centrale del nostro menu.   

C’è un elemento di continuità rispetto al passato?

Devo dire di sì. Ho cercato di mantenermi abbastanza fedele alla tradizione, anche se bisogna sempre intercettare le ultime novità del momento. L’impostazione del Pulalli è rimasta tuttavia la stessa con la cucina tipica caprese che va a bilanciarsi con qualche prodotto alternativo. I piatti storici ci sono sempre e ho deciso, inoltre, di mantenere intatta l’estetica del ristorante come il pavimento di mosaici in marmo, cercando solo di compiere qualche ritocco nel corso degli anni.

Cos’è il Pulalli per lei?

Lo definirei prima di tutto un locale accogliente e dalle tonalità calde. Il calore si sente soprattutto nell’accostamento dei colori, come il bordeaux, il giallo e alcuni tratti dorati che spiccando all’interno del ristorante. In più il Pulalli, con i tavolini in ferro battuto, le sedie in legno e altre piccole chicche come i vasi in terracotta, rispecchiare lo stile tipico di Capri, cercando allo stesso tempo di distinguersi mantenendo la sua identità.  

Che cosa consiglierebbe al nuovo cliente del Pulalli?

Tendo sempre ad andare sui classici che sono il fritto misto e i ravioli, fatti rigorosamente in casa tutti i giorni. Il fritto misto è un piatto assolutamente da provare, che comprende, tra i vari ingredienti, la polpettina di melanzana che è un classico del Pulalli, oltre alla montanara, l’arancino e il raviolo fritto. Con i ravioli si va, invece, sul sicuro, con la sua ricetta classica a base di caciotta salata e la pasta realizzata a mano dal nostro chef. E se qualcuno ha voglia di provare qualcosa di particolare, c’è sempre il risotto al limone pronto ad attenderlo. Una delle delizie del Pulalli. 

Riccardo Lo Re

Credits: Costantino Esposito