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Sergio Rubino, l’artista & l’uomo

Gli acquerelli, l’incontro con Greene, l’amore per Silke

L’incontro con il maestro Sergio Rubino all’interno della sua cucina adornata da acquarelli e maioliche è appassionante, commuovente. È come andare a trovare i nonni e rimanere incantati ad ascoltare i loro racconti.

Da Anacapri a New York 

Nasce ad Anacapri nel 1948 e dopo essersi diplomato all’Istituto d’Arte, Sergio Rubino inizia a insegnare educazione artistica nelle scuole.  Dura poco. Seguendo la sua passione, sceglie di aprire un laboratorio di ceramica, dedicandosi a tempo pieno alla produzione di opere artistiche che gli valgono prestigiosi riconoscimenti. La sua arte fa il giro del mondo, assieme alle foto delle panchine maiolicate di piazza Diaz di Anacapri. I confini del comune di sopra sono troppo piccoli per contenere la vena creativa di Rubino che, negli Anni Novanta, si trasferisce a Manhattan dove inaugura uno studio e fonda la Rubino’s Art Village. Ma non dimentica le sue origini. Ad Anacapri torna spesso e lavora al restauro del Cristo Ligneo del 1700 dell’altare maggiore della chiesa di Santa Sofia e al recupero degli stucchi dell’altare maggiore della chiesa di San Michele. Crea dal nulla la monumentale opera Capri in Miniatura, la serie di cartoline Acquerelli di Capri e le duecento opere in ceramica sistemate lungo l’ecomuseo dei Fortini.  

I ricordi di una vita

I suoi occhi belli come il blu del mare si perdono a guardare il film della sua vita e i ricordi affiorano. Racconta di lui da bambino che sognava di fare l’artista contro le aspettative del padre, ingegnere, che voleva seguisse le sue orme, e di mamma Anna, maestra delle elementari. Ricorda di quando era allievo dell’istituto d’arte di Sorrento e all’Accademia delle Belle Arti di Napoli e di quando insegnava. Ogni tanto, con discrezione interviene Silke, la sua amata – che lui, con dolcezza, chiama Fiore – che gli suggerisce di raccontare alcuni aneddoti. 

Anche di quando mentre andava nella sua bottega di piazza Boffe scoprì che il crocifisso della Chiesa di Santa Sofia era stato condannato ad essere bruciato perché in pessime condizioni. «Corsi dal parroco e gli dissi: ‘Don Raffaé ma che stat facenn?’ Stavano per bruciare un’opera del Settecento e mi proposi immediatamente di restaurarla gratis, ovviamente. Fu una grande fatica, un lavoro che eseguivo di notte.»

L’incontro con Greene 

Nei ricordi di Sergio Rubino ci sono anche tante richieste bizzarre come i pappagalli in ceramica che gli ordinavano negli States e quella dello scrittore Graham Greene che un giorno si recò da lui perché si era rotta la teiera! «Ne creai una identica davanti agli occhi increduli dello scrittore», ricorda Sergio. Ma è l’amore per Silke a occupare un posto speciale nella scatola dei ricordi di Rubino. «Era l’estate del ’96 – spiega – lei era in vacanza sull’isola quando, mentre passeggiava per la strada principale di Anacapri, rimase incantata alla vista delle panchine maiolicate che avevo realizzato. Si informò su chi le avesse realizzate e venne a cercarmi in bottega. La trovò chiusa, eravamo tutti all’inaugurazione di Capri in Miniatura. Così ci raggiunse e il lunedì successivo era da me per commissionare la realizzazione di un lavoro per la sua casa in Germania». Da allora Silke è rimasta al fianco di Rubino, condividendo con lui vita e progetti, arte e famiglia, la passione di un uomo che, con la sua semplicità, ha regalato ad Anacapri la sua preziosa arte, senza esserne mai il protagonista assoluto, trasmettendo cultura a chiunque abbia avuto la fortuna di incontrare i suoi occhi che ancora oggi sognano.

Emanuela De Martino