Venere in Cucina

A scuola di cucina… erotica

Un ricettario irriverente e piccante firmato Norman Douglas con l’introduzione di Graham Greene 

Avete voglia di mettervi alla prova e provare una delle ricette proposte dallo scrittore e che promettono faville? Presto detto. Procuratevi una copia di uno dei libri più divertenti nel panorama della letteratura straniera legata all’isola dei Faraglioni e alle sue tradizioni gastronomiche. Si tratta di Venere in Cucina, firmato da Pilaff Bey, pseudonimo di Norman Douglas. È un capolavoro della cucina erotica per eccellenza che propone “una serie di credibili ed incredibili alchimie culinarie” dal potere fortemente afrosidiaco, tutte da provare. 

Il libro 

Pubblicato, tra gli altri, dalla casa editrice isolana La Conchiglia – con la traduzione e il glossario di Ciro Sandomenico – Venere in Cucina contiene una serie di ricette «raccolte senza fretta e senza l’intenzione di pubblicarle» – si legge nella scheda – «esse furono messe insieme poco per volta, una dopo l’altra, per uso personale e a beneficio di un piccolo gruppo di amici. Le ricette sarebbero ancora lì se non fosse stato per uno di quegli amici che ho ricordato all’inizio e che viveva a Smirne prima della occupazione turca e morto nel frattempo. Egli aveva sperimentato una o due di queste ricette rimanendo favorevolmente colpito dai loro effetti. ‘Funzionano!’, disse.» Un ricettario irriverente e afrodisiaco, dunque, che Norman Douglas avrebbe sperimentato anche con gli amici capresi: tra i quali Graham Greene che ha firmato la prefazione del ricettario afrodisiaco. 

Lo scrittore

Nato in Austria nel 1868, Norman Douglas è uno scrittore inglese, famoso per il più noto dei suoi romanzi South Wind (Vento del Sud), ambientato in Italia dove si stabilì dopo aver viaggiato a lungo in Europa. 

Scandoloso e ironico, Douglas sbarcò sull’isola di Capri dopo il divorzio dalla cucina Elizabeth FitzGibbon, dalle quale ebbe due figli.  Trascorreva il suo tempo tra l’isola delle sirene – Nepenthe, la bevanda che fa dimenticare il dolore, citata in Vento del sud è Capri ribattezzata – e Londra. Lavoro per The English Review, conobbe D.H. Lawrence e pubblicò Old Calabria, in cui narra dei suoi viaggi tra il Salento e Lucra, passando per la Basilicata. E poi arrivano gli anni dell’esilio, per non aver presenziato al processo in cui era imputato per molestie sessuali su un sedicenne. «Norman Douglas di Capri, e di Napoli e Firenze fu in precedenza di Inghilterra» – scrisse lo scrittore britannico parlando di sé – «dalla quale fuggì durante la guerra per evitare la persecuzione per aver baciato un ragazzo ed avergli dato un po’ di dolci ed uno scellino.» Dopo Firenze e il sud della Francia, ritornò a Capri nel dopoguerra, soggiornando prima a Villa Caterola e poi in via Tragara, dove amava frequentare il circolo intellettuale del tempo composto da Greene, Mackenzie e Cerio, solo per citarne alcuni. Morì sull’isoladelle sirene dopo una lunga malattia – e una overdose di farmaci – il 7 febbraio del 1952. Sepolto nel Cimitero Acattolico di Capri, Douglas sulla lapide cita Orazio: «Omnes eodem cogimur», ovvero tutti ci rechiamo nello stesso posto. 

Adele Fiorentino

norman douglas