Dalla piazzetta al belvedere di Tragara: la strada dello struscio memoria storica dell’isola di Capri e di quel passato che l’ha resa celebre in tutto il mondo
Una storia lunga decenni che ha contribuito alla creazione del mito dell’isola delle sirene. Personaggi, fatti e dimore sono state teatro di quegli eventi che hanno trasformato Capri nel sogno – proibito e non – di tanti. Qui ogni passo è un viaggio nella storia, ogni luogo racconta di un tempo in cui glamour, mondanità e arte si univano.
Dalla piazzetta all’albergo dei vip
Lasciata alle spalle la piazzetta, proprio all’inizio di via Vittorio Emanuele, tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento, al piano terra di Palazzo Ferraro – dove oggi trova posto la boutique di Ferragamo – c’era lo Zum Kater Hiddigeigei, il caffè simbolo della Capri di quel tempo. Qui Donna Lucia Morgano accoglieva i suoi ospiti: aristocratici, bohémien, dissidenti politici, dandy, intellettuali, scrittori e artisti. Poco più avanti, l’Hotel La Palma, ovvero l’ex locanda Pagano dove un tempo soggiornavano i primi viaggiatori stranieri. Da qui partì la fortunata spedizione del giovane pittore tedesco August Kopish con Ernst Fries e un gruppo di isolani – tra i quali il notaio Pagano e il marinaio Angelo Ferraro detto il Riccio – che portò alla riscoperta della Grotta Azzurra. E poi ecco il simbolo di Capri: il Grand Hotel Quisisana. Nacque come clinica ma ben presto il suo primo proprietario George Sidney Clark lo trasformò in pensione per 8 lire al giorno. Passò, in seguito, alla famiglia del sindaco Federico Serena e l’hotel diventò meta prediletta di personaggi illustri, come Friedrich Krupp, il magnate tedesco dell’acciaio che donò all’isola la stradina intagliata nella roccia che porta il suo nome. Una tradizione che è continuata nel tempo fino ai Morgano che lo gestiscono dal 1982. Vi hanno soggiornato in tanti: da Jean Paul Sartre a William Somerset Maughan e Ernest Hemingway, da Ted Kennedy a Gianni Agnelli, ai Savoia, da Andreotti a Berlusconi, fino ai personaggi del jet-set internazionale dei giorni nostri.
… fino ai Faraglioni
Le boutique delle grandi firme vi condurranno sino al bivio per via Tragara, dove continua il viaggio nella storia. Proprio all’angolo sorge Villa Discopoli, una splendida magione costruita intorno al 1880, dopo la costruzione del Quisisana. Ornata di merli e decorata con maioliche celesti, la dimora in stile neomoresco del pittore francese D’Aras vanta anche una piccola torretta. Vi abitò per sei mesi – tra il 1906 e il 1907 – Rainer Maria Rilke. «Qui c’è un uomo ancora vivo che ha il cuore già morto. Si prega di non disturbare, e così pure di non toccare le rose del giardino che dorme», scrisse alla sua porta il tormentato poeta tedesco che poco gradiva la mondanità dell’epoca. Continuando la passeggiata, ecco ciò che un tempo era il complesso La Pergola di Tragara di Giorgio Cerio e Mabel Norman: Villa Ada, Lo Studio, Villa Elena e la Casa di Arturo. L’Hotel La Scalinatella, era Villa Elena, la foresteria della residenza. Dall’altro lato della strada, invece, La Casa di Arturo era il buen ritiro del fratello di Cerio: in questa casa nel 1952 fu ospitato Pablo Neruda. Sulle terrazze de La Pergola erano soliti riunirsi con Giorgio e Edwin Cerio, un gruppo di amici, tra i quali, immancabili, Boris Alperovici, Marino Dusmet, Ciccio De Feo, Roger Peyrefitte, Alberto White, solo per citarne alcuni. Dallo stile caprese di Cerio a quello neoclassico di Villa Quattrocolonne, che condurrà fino a La Stracasa di Emilio Vismara, oggi il lussuoso hotel Punta Tragara. Quello che era il canile della villa con vista sui Faraglioni, situato su via Pizzolungo, è stato a lungo il ritrovo di intellettuali e artisti ospiti di un gruppo di amici che l’aveva acquistata: Dino Trappetti, Lucia Bosé e Umberto Tirelli. Ma questa è un’altra storia…
Adele Fiorentino