La dimora di Fersen, cenacolo intellettuale di inizio Novecento, oggi sito monumentale della Città di Capri
Amori et Dolori Sacrum è l’iscrizione che dà il benvenuto agli ospiti di Villa Lysis, il piccolo gioiello caprese arroccato su uno dei punti più alti dell’isola.
La dimora, conosciuta anche come Villa Fersen, fu progettata dall’architetto francese Edouard Chimot, per volontà del barone Jacques d’Adelswärd-Fersen, diventando per la sua anima – tanto tormentata quanto stravagante – un vero e proprio rifugio per sfuggire dalle accuse sulla sua omosessualità.
Grazie alla sua posizione, situata sulla cima della collina di Tiberio a poca distanza da Villa Jovis, nella parte nord-orientale dell’isola, la sua vista panoramica abbraccia il porto di Marina Grande e l’intero Golfo di Napoli.
La storia e le origini
La villa, costruita nel 1905, fu chiamata inizialmente La Gloriette, ma poi il barone Fersen cambiò idea e scelse un nome in linea con la jeunesse d’amour: Lysis, in ricordo di Liside, uno dei più famosi dialoghi di Platone in cui viene messo in luce il concetto platonico di amicizia.
L’edificio è il risultato di una contaminazione tra diversi stili e movimenti artistici dell’epoca: lo stile liberty dell’art nouveau si va a intrecciare ai deliziosi elementi dal gusto neoclassico e neogotico. E tra stucchi e marmi pregiati spuntano arredi e oggetti d’arte provenienti dai viaggi di Fersen in Oriente.
Un mito da scoprire
La residenza del barone Fersen è strutturata su tre livelli: un ampio piano terra, una sala superiore e un seminterrato. La facciata della dimora, ornata da quattro colonne dallo stile ionico dal forte richiamo greco – dove sull’architrave in marmo bianco si staglia l’iscrizione Amori et Dolori Sacrum – lascia che i suoi ospiti possano intravedere l’atrio della villa e la sua elegante scalinata di marmo.
Alla sinistra dell’ingresso sono disposte le entrate per accedere alla veranda, al salone e a una biblioteca spaziosa.
Percorrendo la scala, si giunge al piano di sopra, dove si trovano due luminose stanze da letto, in cui all’epoca alloggiavano il barone Fersen e il suo amato, Nino Cesarini. Grazie alle tre finestre presenti all’interno delle camere, si può godere di una vista magica, quella di Monte Tiberio e del Golfo di Napoli. Lungo il corridoio del primo piano sono collocate anche una sala da pranzo e una camera destinata a accogliere i frequenti ospiti della casa, che agli inizi del secolo scorso divenne un vivace cenacolo intellettuale.
Infine, ripercorrendo la scalinata, si giunge al seminterrato, lo spazio dove erano raccolte le camere riservate alla servitù e quella che un tempo era chiamata Camera Cinese, un fumoir in cui il barone era solito consumare oppio.
Villa Lysis è interamente circondata da uno splendido giardino di oltre 5 mila metri quadri, il parco La Gloriette, con un tempio circolare, affacciato verso il blu dell’orizzonte e il porto di Marina Grande.
Villa Fersen, oggi
Per anni la dimora storica del dandy francese è rimasta chiusa al pubblico, fino al suo restauro avvenuto negli anni Novanta, grazie al lavoro dell’associazione Lysis e del Comune di Capri. Oggi la villa è un sito monumentale di proprietà della Città di Capri, riportata all’antico splendore anche grazie al sostegno dei volontari di Capri è anche mia, l’associazione che ha lavorato sul restyling de La Gloriette, il parco che circonda la dimora di Lo Capo. Divenuta il palcoscenico più richiesto per celebrare lussuosi matrimoni e teatro di numerosi eventi culturali d’eccezione, Villa Lysis ha riaperto al pubblico il 26 giugno 2021: sarà visitabile fino al 30 settembre dalle 10 alle 19. Il biglietto di ingresso, del costo di 2 euro, è acquistabile online .
Viviana Vitale
Per saperne di più: villalysiscapri.com