Le fiabe dedicate all’isola di Capri e alle sue magie
Ispirandosi all’isola delle Sirene Biagio Arixi scrive diverse fiabe, come Mercurio e L’isola blu, un racconto per l’infanzia che ci fa procedere con il linguaggio della favola nella comprensione di cose che l’anima conosce già da tempo. «Gli adulti hanno solo bisogno di ricordare ciò che i bambini, appesi alla fantasia, sono da sempre capaci di insegnare». Sostiene lo scrittore poeta che, dopo una vita accanto alla mondanità più sferzante, si lascia coccolare dall’intera comunità di San Sperate, il paese alle porte di Cagliari che in Sardegna ha dato, antichissime, le origini alla democrazia.
Dopo la sua prima fiaba dell’84, Il mago innamorato, che consegna a Biagio Arixi la notorietà come poeta, prima ancora che come scrittore, la casa editrice La Conchiglia di Capri pubblica, sulla scia di una grande visibilità, L’ago d’oro d’Acquachiara, una fiaba caprese.
Poi per la Patrone Editore altre cinque sue fiabe prenderanno il largo: C’era una volta è la collana blu il cui slogan è mille lire per la vita. Favole trasferite anche su nastri registrati, in una suggestiva interpretazione delle voci di donne che negli anni Novanta sono astri nascenti: Veronica Pivetti, Sabrina Ferilli, Elisabetta Gardini, Anna Falchi e Valeria Marini. Unite negli esordi delle loro vite professionali e artistiche, nell’impegno sociale di Amref impegnata nella costruzione di pozzi in Africa, con il prestigio della presidenza di Susanna Agnelli, la vendita del prezioso prodotto per bambini ha un varo di grande successo: Roma, Villa Flaminia. Parte così il viaggio dei racconti che hanno l’obiettivo di consolidare la pratica dell’adozione: Il mago innamorato, Mercurio e l’isola blu, La maga baraccona e le conchiglie stregate, Vento e la barriera di piume e L’ago d’oro d’Acquachiara.
Mercurio e l’isola blu si ambienta nello strepitoso scenario dell’isola di Capri che diventa luogo da esplorare. E se il messaggio è «in tutto il mondo esistono luoghi che vale la pena visitare», ecco che Mercurio, il bambino nero protagonista, identifica la svolta culturale di un periodo che anticipa istanze d’inclusione multietnica.
La favola inizia con Tiberio che si rifugia nell’isola blu e posa lo sguardo sulla statua del dio bambino. La storia vuole che sia proprio lo scrittore Axel Munthe, l’inconsapevole protagonista che da Villa San Michele custodisce i segreti della statua misteriosamente riapparsa. Testimone del ritrovamento Axel Munthe, noto anche per la sua attività di medico e ricercatore, nella villa di San Michele conserva teche di farfalle imbalsamate. Ma un fatto misterioso libera una farfalla dallo spillone che la blocca: si prenderà cura di Mercurio, capitato sull’isola perché furono gli dei a volere la reincarnazione del dio pagano proprio in un bambino di colore.
Sopravvivendo grazie alla cura degli animali del monte Solaro, che provvedevano a nutrirlo e proteggerlo, Mercurio in compagnia del cane da guardia Corallo, incontra l’eleganza della farfalla Madreperla, con lei girerà l’isola in lungo e in largo tracciando una fantastica, fedelissima mappa dell’isola. Sfiora le cime dei Faraglioni, scopre le meraviglie della terra che, galleggiando nel Tirreno, nei secoli ha ospitato sovrani a cui ha tolto il potere. Artisti e poeti l’amano e anche il nostro Mercurio, che con le ali ai piedi corre nella notte in soccorso degli animali, non potrà che innamorarsi di questo paradiso pieno di storia.
«È facile parlare di temi difficili restando in contatto con la tenerezza dei bambini» – «sostiene Biagio Arixi – La mia vita di scrittore ha molto a che vedere col bisogno di narrazione di fragilità da proteggere.» Così come nel recente successo di Arixi, Diva perversa, edito da Graus, si indagano con stile i temi che attraversano il movimento MeToo.
Discriminazione e inclusione in questa favola si muovono attente tra concetti che osano un’anticipazione linguistica che, parlando ai bambini, si rivolgono ad un’altra categoria del potere; danno vita a una figura di donna che risponde al nome di Cipria, posta come polvere setosa sulla vallata di Cetrella: uno spiazzo verde che i monti Solaro e Cappello e l’Eremo di Santa Maria a Cetrella preservano dallo scempio edilizio.
Con l’indisciplinato Mercurio che riesce a volare grazie al mistero della materia di cui è fatta una farfalla, appaiono chiaramente tra le parole di Biagio Arixi anche i brividi nella discesa sul pendio che sorvola il castello del Barbarossa, osservando il mare dall’alto. «È più piacevole volare o camminare?» domanda che non trova risposta neppure scomodando Esopo e nel frattempo spiega che tanto si può volare solo di giorno, il tempo di vedere i giganti come i Faraglioni Stella, Monacone e Scopolo, che sono i guardiani dell’isola blu.
In un’attenzione alle fatiche reciproche tra Madreperla e Mercurio è intesa vera che dà vita a Tritone e lo trasforma in un dio in carne ed ossa. Poi un vento di penisola sorrentina li costringe a ripararsi nella Grotta Azzurra, il pericolo viene scongiurato da una nuvola di piume gabbiani provenienti dal pianoro di Damecuta. «Grotta blu proteggici tu» è la formula magica che negli abbracci, tra luoghi di pasta e cicerchia e ragnatele, come nella Storia Infinita, si libra dalle diverse angolazioni di un volo in caduta libera. Il cimitero acattolico fa emergere Norman Douglas che nel 1952 a Capri morì ma anche Charles Coleman che lascia al mondo i suoi ritratti del Vesuvio, convinto anche lui che il campo accademico non fosse tanto istruttivo quanto osservare la natura.
Anna Maria Turra