vista dalla Grotta della Paglia

Grotta della Paglia, un tesoro riscoperto e riperduto

Fra le centinaia di grotte dell’isola è una delle meno conosciute. Situata sul versante dell’Arco Naturale, oggi si può ammirare solo da lontano

Le grotte fanno parte dell’immaginario collettivo quando si parla dell’isola di Capri, ognuna di esse, fra quelle marine e quelle situate a terra, o si consacrano nel mito o sono condannate a un destino di vicende altalenanti, cadono nel dimenticatoio, vengono riscoperte o soccombono all’incuria e all’inclemenza degli elementi. Se possibile tutto questo le rende ancora più piene di fascino e mistero, come nel caso della Grotta della Paglia.

Uno squarcio sul fianco della montagna

Così appare la Grotta della Paglia (o del Fieno) da quello che attualmente è il punto di osservazione più favorevole, il belvedere Paolo Falco, la splendida terrazza naturale sull’estremità della piana delle Noci, un bosco pieno di sorprese nella zona alta di Matermania.
Affacciandosi al belvedere e volgendo lo sguardo a sinistra subito si può notare la fenditura dalle pareti giallo tenue che spiccano sul costone a strapiombo, sospesa a metà strada  fra i Pizzi (rocce appuntite) di Vanassina e il celebre Arco Naturale. Tutta la zona è caratterizzata da piccole grotte ma probabilmente questa, nonostante sia tutt’altro che agevole da raggiungere, veniva usata dagli agricoltori del tempo per l’essiccazione del fieno, data la sua esposizione favorevole. A fianco a questa ipotesi ci sono anche esperti di toponomastica e geografia isolana che nutrono perplessità sul fatto che un luogo così difficile da raggiungere potesse essere stato utilizzato a tal scopo, dunque l’origine del nome dovrebbe essere ricercata altrove, forse nel colore della roccia.

Grotta della Paglia

Le alterne fortune della grotta

Dopo un lungo periodo nel dimenticatoio, la grotta tornò all’attenzione dei capresi e dei turisti appassionati di trekking nel 2014, quando un’associazione di volontari ambientalisti recuperò e mise in sicurezza l’ardito sentiero che conduce al suggestivo antro a seguito di un braccio di ferro tra un privato che rivendicava la proprietà dell’imbocco del sentiero e il comune, che ordinò la rimozione dei vincoli di accesso al sentiero. La vicenda è andata avanti nel corso degli anni con diverse aperture e chiusure del sentiero, che al momento attuale è sbarrato dalla proprietà privata e non più battuto come un tempo. Ecco i due motivi per i quali vi sconsigliamo vivamente di avventurarvi senza una guida esperta e vi invitiamo ad ammirare a distanza questa piccola gemma dell’isola di Capri nell’ambito di una passeggiata in una zona che sicuramente è un must fra gli itinerari naturalistici capresi. Tutto questo in attesa magari di tempi migliori.

Ugo Canfora