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Il Premio Malaparte 2022 allo scrittore americano Daniel Mendelsohn

Tornate sull’isola di Capri le ceneri di Raffaele La Capria. La figlia Alexandra: “L’isola suo luogo intimo, qui fu vivo” 

Alla Certosa di San Giacomo il Premio Malaparte 2022 è stato attribuito allo scrittore statunitense Daniel Mendelsohn, autore del romanzo bestseller Gli scomparsi (Neri Pozza 2007). L’autore newyorkese, 62 anni, ha ritirato il premio che quest’anno è dedicato alla memoria dello scrittore Raffaele La Capria, scomparso lo scorso giugno e a lungo giurato e presidente del premio intitolato a Curzio Malaparte. Nello stesso fine settimana in cui si è celebrato il Premio, e a due giorni da quello che sarebbe stato il suo centesimo compleanno, sono tornate sull’isola le ceneri dello scrittore e sceneggiatore napoletano. La giuria che ha scelto Mendelsohn è composta da Leonardo Colombati, Giordano Bruno Guerri, Giuseppe Merlino, Silvio Perrella, Emanuele Trevi e Marina Valensise. In sala Pollio si è tenuta la tavola rotonda con scrittori e giornalisti e il vincitore Mendelsohn. Tra gli intervenuti Camilla Baresani, Pietrangelo Buttafuoco e Diego De Silva. La premiazione ufficiale è avvenuta domenica nella Certosa. 

Daniel Mendelsohn

Le ceneri tornate a “casa”

Proprio nelle giornate del premio Malaparte, sono stati due i momenti per ricordare ‘Dudù’, come era soprannominato La Capria: la proiezione di Le mani sulla città, il film di denuncia della speculazione edilizia a Napoli di Francesco Rosi, premiato al Festival di Venezia del 1963, di cui La Capria firmò il soggetto e la sceneggiatura; e una cerimonia commemorativa, domenica avvenuta 2 ottobre, al Cimitero degli Acattolici di Capri, dove era già sepolta la moglie Ilaria Occhini, alla quale hanno partecipato, assieme alla figlia Alexandra, scrittori e intellettuali. Se è vero che nel nome è scritto il destino, non stupisce che Raffaele La Capria abbia stretto nel tempo un forte legame con l’isola azzurra, testimoniato anche da diverse opere come Capri e non più Capri (1991) e Quando la mattina scendevo in piazzetta (2011) – entrambe edite dalle Edizioni La Conchiglia – che racchiudono memorie e pensieri dell’autore sull’isola. Un legame così saldo che non si è spezzato neanche nel suo ultimo momento: per sua stessa volontà lo scrittore è stato infatti sepolto nel Cimitero acattolico di Capri, a fianco della moglie Ilaria Occhini e in compagnia dei grandi personaggi che hanno vissuto sull’isola. Tutti viaggiatori e naufraghi catturati dalla bellezza incomparabile delle sue bianche sponde. 

Le dichiarazioni

“Un momento molto intenso – l’ha descritto Alexandra La Capria – in cui riporto la sua anima a ricongiungere il suo corpo in quest’isola che lui mitizzava e in cui sognava di tornare. Questa è Capri per lui: il suo luogo intimo, la sua felicità realizzata in un sogno che non è durato tanto ma abbastanza da renderlo vivo, qui”. “Il ricordo è molto forte dentro ognuno di noi – ha aggiunto Gabriella Buontempo, curatrice del premio Malaparte – la sua eredità è il senso di comunità e di amicizia. E la leggerezza: tutta la sua narrativa è proprio su questo, il godere delle piccole cose. È questo che noi vogliamo far vivere con il premio e continueremo in questa scia che lui ci ha luminosamente indicato”. In questa edizione del premio, la prima dopo la scomparsa di La Capria, “Lo ricorderemo continuando a portare avanti questa attività e a impegnarci perché non si perda questa tradizione – ha spiegato Michele Pontecorvo Ricciardi, vicepresidente di Ferrarelle e promotore dell’evento – così che Capri sia ricordata anche all’insegna di quei valori letterari che La Capria ha insegnato a tutti noi e che noi teniamo stretti nel cuore”. Lo scrittore premiato quest’anno, lo statunitense Daniel Mendelsohn, è proprio grazie a Raffaele La Capria che perfezionò il suo italiano: “Quando ho cominciato a studiare l’italiano ero appassionato di opera lirica – racconta – quando mi iscrissi a un corso di lingua all’università, la professoressa mi ha consigliato: Ferito a morte di Raffaele La Capria. Per la curatrice Buontempo, è “una delle coincidenze che rendono particolarmente cara questa edizione del premio: sembra quasi la chiusura di un cerchio”.

Sibilla Panfili