Gli stabilimenti balneari Da Luigi ai Faraglioni e La Canzone del Mare che hanno fatto la storia delle estati capresi
Iacono è il sigillo con cui si aprono e si chiudono le mitiche stagioni capresi attraverso i beach club situati in due dei punti più esclusivi dell’isola: i Faraglioni e Marina Piccola. Ilaria, Chiara e Mario Iacono: tre fratelli che rinnovano il mito e l’esclusività di questi luoghi.
Sceglier non saprei
Le due strutture sono diverse tra loro, eppure i tre fratelli agiscono come un unico team, definendosi «a family along Capri Coast.» Se Da Luigi è rinomato per la sua posizione – si può toccare il Faraglione di Terra – e per essere un luogo verace assurto a «punto di ritrovo di intellettuali e scrittori», La Canzone del Mare è celebre per la sua piscina le cui linee ricalcano il profilo dell’isola di Capri, «risultando incastonata – raccontano – in una delle cartoline più famose al mondo, con le sue terrazze e i due accessi: il pontile privato e l’ingresso auto.»
Le storie
Nel 1932 il principe Umberto di Savoia – che anni dopo diverrà re Umberto II – si trovava nei pressi dei Faraglioni quando si ritrovò gli aculei di un riccio conficcati nel piede: fu soccorso da Luigi Albanese che, in quell’area, si occupava di friggere il pesce per i bagnanti della zona. Per riconoscenza, il principe si premurò di conferire a Luigi la tanto desiderata licenza di ristoratore, fino a quel momento mai ottenuta. Così, nacque Da Luigi ai Faraglioni: il legame con la famiglia reale è continuato con l’attestato di eccellenza italiana conferito nel 2019 da Emanuele Filiberto di Savoia il quale, l’anno successivo, ha consegnato il medesimo riconoscimento a La Canzone del Mare. Quest’ultima, voluta dalla cantante e attrice inglese Gracie Fields, è fin dagli anni Cinquanta il simbolo dell’estate caprese. Nel 1976 la cantante ha dato in gestione il ristorante del beach club a Luigi Iacono, il papà dei tre fratelli e nipote di Luigi Albanese: dopo la morte di Gracie, nel 1979, Luigi ha deciso di acquistare l’intero complesso.
Eventi iconici
Due noti spot di Dolce e Gabbana hanno avuto come sfondo Da Luigi, mentre La Canzone negli anni ha fatto da palcoscenico, in un continuo evolversi di esperienze per la famiglia, a Renato Carosone, Grace Jones, Peppino Di Capri fino agli apprezzatissimi show di Paolo Ruffini – con finalità benefiche – e dei comici Pio & Amedeo organizzati in collaborazione con la Power Up Capri. Tra mille altri, Ferrari ha recentemente scelto La Canzone del Mare per un riuscitissimo party anni Cinquanta. Entrambe le location sono tappa obbligata delle celebrità, ma i proprietari tengono alla loro privacy: «L’arte del ricevere» – spiegano i fratelli Iacono – «sta nel far sentire vip qualsiasi avventore, lasciando che all’improvviso si accorga di aver pranzato accanto al calciatore o all’attore famoso. Ci è capitato, a fine giornata, di ricevere una stretta di mano da Michael Douglas e Catherine Zeta-Jones prima che salissero a bordo del loro yacht. Oppure, in occasione di un evento privato, un invitato si è alzato e ha chiesto di poter suonare il pianoforte. La canzone? Caruso. La voce da brividi? Lucio Dalla.»
Orgoglio e resistenza
Traspare un forte senso di attaccamento a queste due attività. «Crediamo di essere, oggi, una delle poche famiglie capresi che ancora portano avanti una tradizione da generazioni, senza venderci al primo straniero che arriva sull’isola» – sottolineano – «Ci sono posti che si inventano una storia per dare un’identità alle strutture, noi una storia l’abbiamo e continua nel segno di quei principi di ospitalità caprese, cioè autentica.»
Non pensiate ci abbiano fatto l’abitudine. «Questi sfondi, queste sfumature sono diversi ogni volta e sanno sempre emozionarci e sorprenderci: questa è l’essenza dell’isola di Capri.»
Qualunque sia la vostra meta, quindi, sia Da Luigi sia a La Canzone, troverete nei sorrisi di Ilaria, Chiara e Mario il desiderio di raccontarvi l’isola di Capri di ieri e di oggi rendendosi, allo stesso tempo, testimoni e parti attive dell’evoluzione della propria famiglia.
Michele Di Sarno
Credit: Ilaria Iacono