Si narra che uno dei monaci matematici della Certosa di San Giacomo impiegò circa trent’anni a scavare nella roccia stanze, cunicoli e una scalinata che conduce al mare nei pressi di Via Krupp.
Il tutto accadeva nel Seicento quando Fra’ Felice – in totale solitudine – lavorò sodo per tagliare, nel costone roccioso sottostante i Giardini di Augusto, oltre cento gradini per raggiungere il mare che partivano, appunto, da un rifugio che venne utilizzato come romitorio dai certosini e che prese il suo nome.
A riscoprirla fu, dopo alcuni secoli, Alberto G. White che la mostrò all’amico Alfred Krupp, facoltoso tedesco magnate dell’acciaio, che sbarcò sull’isola all’età di 44 anni su indicazione del suo medico per curare gli attacchi d’asma.
E fu proprio Krupp ad acquistare la «grotta» e a provvedere a ristrutturare gli ambienti che la componevano, utilizzandolo per allegre riunioni conviviali con gli amici: quelle stesse riunioni trasformate in orge dalle malelingue che lo costrinsero, pochi anni dopo, ad abbandonare l’isola.
Nel 1959, la grotta di Fra’ Felice fu recuperata dall’architetto Piero Bottoni che ne fece il suo buen retiro estivo prima di abbandonarla per la continua caduta di massi. Un pezzo di storia che è stato poi definitivamente cancellato nel 2009 quando il rifugio del frate è stato travolto da una frana.
Augusto Cattaneo
Credit: Costantino Esposito