La storia dell’isola di Capri racconta della Grotta delle Felci, situata sul versante meridionale dell’isola azzurra, a 200 metri sul livello del mare e circondata da numerose piante di felci, da cui deriva il suo nome.
Affacciata su Marina Piccola, la grotta rappresenta una delle testimonianze più importanti della Capri in epoca preistorica: qui, infatti, sono stati recuperati numerosi reperti che indicano la presenza dell’uomo a partire dal Neolitico e fino all’Età del Ferro. Ignazio Cerio – uno degli storici cultori dell’isola – fu il primo a condurre una serie di scavi che portarono alla luce lame in ossidiana, vasi dipinti e manufatti, oggi conservati nelle sale del Centro Caprense a lui dedicato e anche nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Nel periodo medievale, invece, divenne il ricovero di ben 400 capre appartenenti ai monaci della Certosa di San Giacomo. Da qui il soprannome di Grotta delle Capre ma è nota anche come grotta di Capelvenere.
Oggi è raggiungibile percorrendo un sentiero – che regala un panorama inusuale della baia – che parte da via Marina Piccola, poco dopo l’affascinante Villa Il Solitario.
Adele Fiorentino
Credit: Costantino Esposito