Certosa Karl wilhelm diefenbach

L’isola onirica e le visioni a tinte fosche di Karl Wilhelm Diefenbach

Alla scoperta delle opere del pittore tedesco, uno degli ospiti più eccentrici dell’isola agli inizi del ‘900, in esposizione nelle austere sale della Certosa di San Giacomo

Forse non tutti conoscono questa perla all’interno di quello scrigno dei tesori di inestimabile valore che è la Certosa di San Giacomo. Il sito monastico trecentesco, oggi fulcro culturale e museale dell’isola, famoso per i suoi chiostri, la chiesa, l’intricato dedalo di portici e alloggi dei monaci certosini e lo spettacolare parco con vista mozzafiato, dal 1974 ospita il Museo Diefenbach, un’esposizione permanente delle opere del pittore.

Chi era Karl Wilhelm Diefenbach

Diefenbach nacque nel 1851 ad Hadamar in Germania. Personaggio complesso e dalle mille sfaccettature, pittore, attivista pacifista e filosofo teosofista. Intellettuale eccentrico, fu un pioniere del nudismo e il suo credo di vita era improntato alla totale comunione con la natura e al rifiuto delle gerarchie nelle religioni. Fondò anche una comune e, proprio a seguito del fallimento di quest’ultima, nel 1899 decise di stabilirsi a Capri, dove rimase fino alla sua morte avvenuta nel 1913. Chiarissima l’ispirazione che Diefenbach ha fornito a Mario Martone per il suo film Capri Revolution del 2018. L’artista diventò subito parte integrante degli ambienti alternativi della Capri di inizio ‘900, con la sua figura che spiccava anche esteticamente: sfoggiava una folta chioma e una lunga barba, usava indossare lunghe tuniche, un look inusuale nonostante le stramberie della nutrita colonia di esuli, intellettuali e scapigliati che avevano trovato in Capri il loro luogo dell’anima. Il suo atelier era situato proprio in piazzetta, a poche decine di metri dal campanile in un edificio affacciato sull’antica strada d’accesso dell’originario agglomerato urbano di Capri, adornato da uno dei suoi tòpos artistici, le silhouette nere della serie Eterna Gioventù che rappresentavano scene idilliache di bambini danzanti, piante ed animali che si possono ammirare nelle serie Kindermusik (musica dei bambini) e Göttliche Jugend, (divina gioventù) e Per aspera ad astra.

Il Museo della Certosa, il lato oscuro di Diefenbach

Di tutt’altro tenore rispetto alla spensieratezza delle serie raffiguranti le silhouette sono le 31 opere – tra tele e sculture in gesso tra le quali spicca una riproduzione tridimensionale di Capri – custodite nel Museo Diefenbach nella Certosa di San Giacomo. Entrando nei locali dell’esposizione che spazia dall’ex refettorio alle sale e corridoi attigui si rimane letteralmente impietriti innanzitutto davanti alla grandezza delle tele che svettano sulle alte pareti delle sale. Si rimane sgomenti e rapiti davanti alle tinte fosche dei quadri, che spaziano da vedute dell’isola di cui Diefenbach era innamorato, ad altri dipinti dai simbolismi più arditi. Particolare anche la tecnica pittorica: Diefenbach, infatti, per rendere più corpose nel vero senso della parola le immagini evocative dei suoi quadri, mescolava all’interno dei colori elementi naturali quali sabbia, erbe e brecciolino. Il viaggio all’interno del mondo di Diefenbach è complesso e affascinante e sicuramente il pezzo forte della visita al suo museo si raggiunge al cospetto dell’imponente tela intitolata Tu non devi uccidere, una potentissima immagine di un cacciatore nell’atto di sferrare il colpo mortale ad un cervo che viene fermato e redento dall’imponente apparizione dello spirito della montagna. Un’opera, questa, che sintetizza in maniera molto efficace il Diefenbach-pensiero: è da notare il particolare che sia lo Spirito della montagna che il cacciatore hanno proprio le sembianze del pittore.

Ugo Canfora

Fonti:

La Certosa di San Giacomo, Antonia Tafuri e Roberta De Martino, esperte di storia caprese (edizioni Capri Press, 2017); Diefenbach e Capri, Antonia Tafuri e Roberta De Martino (Grimaldi Editori & C, 2013)