Prima di uscire dal Museo Casa Rossa i turisti possono lasciare un loro messaggio agli operatori del museo in modo da perfezionare sempre più il loro servizio ad Anacapri
Verba volant sostiene il proverbio. Ma è un messaggio scritto, come quello che si può lasciare alla Casa Rossa con il libro dei commenti, a rimanere fissato nel tempo. Può essere un pensiero, una critica, oppure l’emozione provata passando per le strade più incantevoli dell’isola azzurra, a cominciare da Anacapri. C’è infatti un edificio che più di ogni altro saprà richiamare l’attenzione. Merito di un colore che contrasta la delicatezza del bianco naturale. La Casa Rossa in via Orlandi saprà sicuramente come accoglierti. Costruita fra il 1876 e il 1899 dal generale americano John Clay MacKowen, è diventata ben presto uno dei simboli del comune di sopra. Una fortezza che unisce di mondi dalla cultura occidentale del suo autore, giunto dopo la Guerra di Secessione americana, alla tradizione mediterranea ben rappresentata dalla scritta in greco «Kaire o polita apragopoleos» («Salve cittadino del paese dell’ozio»).
Museo Casa Rossa, unica e ospitale
La sua unicità risiede, oltre allo stile architettonico moresco e bizantino, nel suo contenuto, visto che dopo il 1990, l’anno in cui la sovrintendenza per i Beni architettonici e il Paesaggio di Napoli concede l’uso di questi spazi al Comune di Anacapri, destinandoli a uso espositivo. A gestire l’intero patrimonio storico e archeologico della sede è la cooperativa La Sciuscella di Anacapri. Un’associazione che da anni si occupa dello sviluppo di progetti che vadano nella direzione di una maggiore inclusione sociale. Un aspetto che ha sempre riguardato l’isola di Capri che si è sempre spinta verso un modello di ospitalità riconosciuto da tutti i turisti provenienti da tutto il mondo. All’interno del Museo Casa Rossa si trova infatti una splendida pinacoteca all’interno della quale vengono conservati diversi dipinti. Il Percorso di narrativa multimediale sa invece come raccontare un pezzo di storia dell’isola utilizzando il linguaggio del Digital Storytelling, mettendo in stretta relazione la fisicità degli oggetti presenti – come le statue ritrovate nella Grotta Azzurra – e la fluidità degli strumenti tecnologici moderni. L’esperienza sarà così più ricca e avvolgente, lasciandosi trasportare dalle emozioni rispetto a tutto ciò che viene esposto. Ma dopo tutto questo giro, è ancora più bello lasciare un segno del proprio passaggio. E con il libro dei commenti, si ha davvero l’occasione di dire di esserci state, che non è mai scontato.
Riccardo Lo Re