Ristorante D'Amore

Al D’Amore tradizione e avanguardia

Il ristorante di Via Fuorlovado è pronto per l’estate 2021: avete mai assaggiato una caprese sbagliata?

Da storico ristorante a icona dell’isola azzurra: è il ristorante D’Amore, un piccolo tempio della cucina a pochi passi dalla piazzetta dove i sapori tradizionali si mescolano a tendenze all’avanguardia. Il D’Amore, che ha da poco riaperto i battenti, è oggi guidato da Marco D’Amore, che assieme all’executive chef Pasquale Rinaldo, ha preso in mano le redini dell’attività di famiglia, trasformandola in un luogo esclusivo e magico dove gli antichi sapori diventano raffinate prelibatezze. Mai banali. Sommelier e Ambasciatore del Gusto inserire link nostra breve Marco D’Amore ha già collezionato numerosi riconoscimenti, sia personali come Maitre Restaurateur della Confraternita Chaine de Rotissieurs, che per la sua attività con le citazioni di Gambero Rosso, La Repubblica, Slow Food e l’associazione a Les Collectiorneurs.

C’è una lunga storia dietro al D’Amore. 

Lunga 25 anni. È nel 1996 che apriamo il primo ristorante di famiglia, il Sollievo, voluto e creato da mio padre Ernesto. Poi circa 8 anni fa c’è stato un cambio di rotta con il restyling degli spazi di via Fuorlovado e la nascita del D’Amore, un nome facile da ricordare, che ci rappresenta e cha piace tanto agli americani

Cosa l’ha spinta a cambiare?

Volevo che il nostro ristorante rappresentasse il concetto caprese in un modo differente: ricordiamo i colori dell’isola, il sole, il mare, i limoni ma non con la stessa immagine omologata.

La filosofia del suo ristorante?

Il nostro concept si basa su una cucina tradizionale leggermente rivista in chiave contemporanea. I piatti sono classici ma hanno un tocco in più: aggiungiamo dettagli che, però, non li stravolgono mai del tutto. E poi sono divertenti e colorati, amiamo giocare sulla cromaticità. 

Una sorta di deriva gourmet che però non ha cancellato la tradizione culinaria caprese? 

La nostra cucina parte da modelli semplici. Nel menù ci sono i ravioli e gli spaghetti con le vongole, capisaldi della cucina caprese, ma anche nuovi sapori e nuove combinazioni. 

Grazie all’estro dell’executive chef Pasquale Rinaldo che ha lanciato la versione contemporanea di alcuni piatti cult. 

Il nostro cavallo di battaglia è senza dubbio la caprese sbagliata, ovvero mozzarella di bufala guarnita all’interno da pomodorini e basilico. 

I piatti che non possono mai mancare sulla tavola del D’Amore?

Alla caprese, aggiungerei la carbonara agli agrumi, una versione estiva arricchita con scorzette di arancia e limone aggiunte a fine cottura per dare un senso di freschezza al piatto. 

E poi il panettone anche ad agosto. 

Sì, abbiamo pensato ad una versione per la bella stagione del classico dolce natalizio. La lievitazione di 72 ore lo rende leggero e va servito tiepido con gelato o con una salsina ai frutti di bosco.

Che rapporto ha con la cucina? 

So cucinare, se è questo che mi chiede. Ma più di tutto mi diverto a provare nuove idee con lo chef, assaggio tutto e penso già all’abbinamento con il vino giusto da consigliare ai clienti. Valutiamo tutto, anche la presentazione e il tipo di piatto da utilizzare quando lo portiamo in tavola.

Progetti per il futuro?

Andremo a Los Angeles per bissare l’esperienza newyorkese che abbiamo fatto con la James Beard Foundation. Nel febbraio del 2020 abbiamo portato nella grande mela un assaggio della dolce vita caprese per la cena evento Under the Capri Sun, ci fu un sold-out lampo dei posti disponibili. È stato un onore e un privilegio per noi essere stati invitati a condividere la nostra cucina, cultura e territorio unici con gli amici americani che conoscono l’isola e i suoi sapori fin dagli anni Cinquanta. Non vediamo l’ora di tornarci. 

Riaprirete molto presto, il 27 maggio, ci sono novità per l’estate 2021? 

Daremo la possibilità al cliente di personalizzare il piatto che sceglie offrendo varie opzioni. Da provare!

Claudia Catuogno