Un pezzo di storia dell’isola di Capri, con una tradizione che dura da quasi cento anni.
Scialapopolo è uno dei gruppi folk che, con le sue spettacolari esibizioni in abiti colorati e i tipici tamburelli, putipù e triccheballacche, è diventato un vero e proprio simbolo dell’isola azzurra. Fin dai primi anni del Novecento, intrattiene turisti e isolani, che si lasciano trasportare dai balli e canti popolari, nei luoghi più suggestivi dell’isola. Costantino Paturzo ha oggi l’importante compito di continuare una tradizione familiare lunga quasi cento anni, portata avanti da generazioni e tramandata fino a lui dal padre Costanzo.
Da Capri a New York
Scialapopolo rappresenta oggi uno dei tesori dell’isola di Capri, grazie alla sua storia e alle sue tradizioni, che continuano a persistere nel tempo.
«Il nostro gruppo gode di una lunga storia cominciata nel 1925, grazie a Costanzo Spataro. Inizialmente, il gruppo si esibiva in occasione del Capodanno, per gli auguri agli ospiti delle ville più importanti dell’isola e, come di consueto, nella Piazzetta di Capri per salutare il nuovo anno. Con il passare del tempo, Scialapopolo è cresciuto sempre di più, fino ad arrivare alla terza generazione, quella di mio padre, che è riuscito a conquistare il successo attuale di Scialapopolo» – racconta Costantino Paturzo – «così, le nostre esibizioni, i balli e i canti popolari, i costumi colorati, in poco tempo hanno fatto breccia nel cuore delle persone.» Il ricordo va inevitabilmente a suo padre, Costanzo Paturzo, capobanda dello storico del gruppo folkloristico isolano, che è riuscito a conquistare tutto il mondo con le sue esibizioni, portando ovunque il nome e il mito di Capri.
«La terza generazione, quella di mio padre Costanzo è stata la generazione più duratura. Entrò a far parte del gruppo folkloristico quando era ancora un bambino, ma è grazie a lui che Scialapopolo ha portato i suoi balli e le sue esibizioni in tutto il mondo, diventando un vero e proprio simbolo dell’isola di Capri, tanto da essere stati spesso protagonisti di spettacoli anche oltreoceano. Tra questi, ricordo con estrema soddisfazione la nostra partecipazione, nel 2015, al Columbus Day Parade a New York», dice con orgoglio Costantino Paturzo, ricordando suo padre, venuto a mancare nel 2016. «Mio papà non è stato soltanto il capobanda di Scialapopolo. Era diventato l’ambasciatore dell’isola di Capri nel mondo, un artista in grado di intrattenere il pubblico in maniera mai vista prima. Credo che per essere artisti come mio padre si nasce, non lo si può diventare.»
In vista del centenario
Oggi è Costantino a ricoprire quel ruolo, raccogliendo l’eredità e il testimone che fu del padre. «Nonostante sia entrato a far parte del gruppo fin da piccolo, confrontarmi con una figura così importante come quella di mio padre, non è stato semplice. Con il tempo, ho cercato di apportare dei piccoli cambiamenti, delle innovazioni alle nostre esibizioni. Siamo riusciti ad arricchire la qualità musicale dei nostri spettacoli, anche dal punto di vista strumentale, grazie all’introduzione di nuovi strumenti, come il basso, il mandolino e la chitarra, che si uniscono ai suoni tipici dei tamburelli, della fisarmonica, dei triccheballacche e dei putipù» – sottolinea Costantino Paturzo – «Inoltre, abbiamo ampliato anche il nostro repertorio musicale, integrando alla classica musica napoletana e caprese anche canzoni italiane internazionali, come That’s Amore o Nel blu dipinto di blu.»
E intanto è già delineato un progetto per il futuro: «Tra quattro anni sarà il centenario di Scialapopolo, il nostro obiettivo è quello di portare avanti una tradizione che dura da quasi cento anni, con la stessa passione e lo stesso entusiasmo di un tempo.»
Viviana Vitale