Un lungo programma tra concerti e rievocazioni storiche per celebrare la figura dell’imperatore che si innamorò dell’isola
Sinfonie classiche, rievocazioni storiche e scavi archeologici. Così l’isola di Capri, 83 anni fa, festeggiava il Bimillenario Augusteo. Un omaggio al primo imperatore di Roma e soprattutto, in questo caso, al grande scopritore delle meraviglie isolane. Il regime fascista, che faceva del culto della romanità uno dei suoi tratti distintivi e strumento di propaganda, tra il 1937 e il 1938 aveva infatti deciso di celebrare un po’ in tutta Italia i duemila anni dalla nascita di Augusto, tra conferenze, inaugurazioni, francobolli, nuovi scavi e risibili parate. A Capri si festeggiò per circa tre settimane, tra i mesi di agosto e settembre del 1938.
Bimillenario a Capri
Sui siti di aste online circola una rara cartolina d’epoca. È quella realizzata nel 1938 per promuovere le celebrazioni di Capri. Si legge: «Eccezionali manifestazioni d’arte nel Bimillenario Augusteo.» E poi: «Rievocazioni storiche, sinfonie classiche e danze di Jia Ruskaja», che era la danzatrice e coreografa russa fuggita dal suo paese dopo la Rivoluzione d’Ottobre. Sul retro della cartolina, poi, ci sono tutti i dettagli della manifestazione. Il 25 agosto l’inaugurazione delle celebrazioni con il prefetto di Napoli, Giovanni Battista Marziali, e scoprimento della lapide augustea. Il 27 la conferenza del generale Francesco Saverio Grazioli dal titolo I grandi capitani romani dell’età augustea, mentre il 1° settembre il concerto sinfonico diretto dal maestro Adriano Lualdi ai Giardini di Augusto. Il giorno successivo, invece, l’inaugurazione degli scavi di Villa Jovis con illustrazione dell’archeologo Amedeo Maiuri, il grande studioso che nei primi anni Trenta aveva riportato alla luce gli antichi splendori della dimora imperiale di Tiberio. Il 3 e il 4 settembre i concerti di danze classiche di Jia Ruskaja alla Cavea Caprense e il 9 il concerto sinfonico diretto dal maestro Dimitri Mitropulos. Infine, il 10 la conferenza di regime Romanità ed italianità di Mussolini e il 14 la chiusura delle celebrazioni.
Augusto e Capri
La storia è nota. Il nome di Augusto è profondamente legato alla storia dell’isola. Il primo imperatore romano, infatti, era di ritorno dai domini orientali quando, nel 29 avanti Cristo, sbarcò a Capri. Qui, secondo la tradizione, vide una vecchissima quercia che, pian piano, cominciò a riprendere vita e a tornare verde e rigogliosa come un tempo. Un segno favorevole che convinse Augusto a sottrarre l’isola di Capri dalla dipendenza di Napoli per farla diventare un dominio diretto di Roma, in cambio di Ischia. Capri divenne così uno dei luoghi più amati dall’imperatore. Per lui l’isola era Apragopolis, cioè città del dolce far niente. Augusto fece dunque costruire una dimora dove passare lunghe vacanze lontano dalla vita frenetica della capitale. Una volta morto Augusto, fu il suo successore, l’imperatore Tiberio, suo figlio adottivo, a continuare a frequentare l’isola di Capri. Tiberio andò addirittura oltre, visto che nell’isola campana ci passò ben undici anni
Dario Budroni