espressioni capri

Quel che sentirete solo qui

Toponimi che non troverete su mappe e guide, espressioni tipiche da imparare: tutto quello che volevate sapere per entrare in perfetta sintonia con gli isolani

Quel che più affascina dell’isola di Capri è la sua unicità: i Faraglioni, la Grotta Azzurra o il Faro sono attrazioni che non troverete anche altrove. Allo stesso modo, nel linguaggio colloquiale locale, ci sono dei codici che potrete scoprire solamente soggiornando qui per qualche tempo.

Un calendario particolare

Gli isolani, più che le date, dividono l’anno in base agli avvenimenti. Ne è un esempio la facile traduzione dell’espressione «‘a staggione», la stagione turistica: una sola parola, che sentirete spessissimo, per coprire un periodo che va da aprile a tutto ottobre e in cui è racchiusa la filosofia locale secondo cui l’ospitalità è una missione da portare a termine, un servizio dal sapore quasi patriottico. Non spaventatevi, poi, se qualcuno vi dirà che verso fine agosto «se rompono ‘e tiempe»: vorrà solo rendervi partecipi del fatto che in quel periodo, solitamente, il caldo afoso tende a placarsi grazie a piogge abbondanti e brevi temporali. Questi ultimi non vanno, però, confusi con quelli che caratterizzano «‘e trubbeje d’e cerase», i temporali delle ciliegie tipici dei pomeriggi a cavallo tra maggio e giugno, così chiamati perché favoriscono la raccolta di tali frutti.

Appuntamenti senza margini d’errore

A proposito di frutta, qualora doveste sentire dei capresi parlare di una misteriosa via «d’e ceveze», non preoccupatevi di non trovarla sulla vostra piantina: è semplicemente la strada intitolata allo studioso Ignazio Cerio, una discesa a metà della famosa via Camerelle, che un tempo si chiamava così perché vi era grande abbondanza di alberi di gelso – «ceveze», in dialetto. Gli anacapresi, d’altro canto, non hanno particolare gusto per il macabro nonostante, spesso, si diano appuntamento al Cimitero, il quale non è altro che il nome ereditato da quella che a voi risulterà essere piazzetta della Pace, ovvero dove è situato lo stazionamento dei bus per il Faro e la Grotta Azzurra, che… sì, è vicino al cimitero. 

Altri tips & tricks per voi: la «viuccella» è via Moneta, deviazione di via Tiberio; la piazzetta della Funicolare è, in realtà, piazza Diaz; «areto Sant’Anna» è un breve tratto di via Listrieri, in prossimità della chiesetta, appunto, di Sant’Anna. Citando il «Monumento», per quanto riguarda Anacapri, ci si riferisce alla nevralgica piazza Vittoria, dove è presente la meravigliosa scultura di Arnaldo Zocchi dedicata agli anacapresi caduti in guerra. L’«Artigianato» è il piazzale dove inizia viale Matteotti, quello dei Giardini D’Augusto e di via Krupp: i capresi lo chiamano così per via di un negozio lì presente. A Marina Grande, la zona finale della spiaggia libera, accanto alla scogliera è tutt’ora chiamata «sotto ‘o Metropole», il nome che aveva l’attuale J.K. Place Capri – l’hotel che si trova proprio sopra la spiaggia – tra gli anni Venti e gli anni Ottanta.

Parla come mangi!

Infine, un suggerimento culinario per mimetizzarvi al meglio nell’ambiente locale: il pesce che va per la maggiore nei migliori ristoranti dell’isola di Capri è il pagello, ma nessuno lo chiama così. Per ordinarlo, quindi, chiedete la «pezzogna», ottima all’acqua pazza, cioè bagnato da aglio, olio, prezzemolo e pomodorini.

Michele Di Sarno

Credit: Michele Di Sarno