Nelle zone alte dell’isola di Capri alla scoperta delle dimore storiche appartenute all’epoca del Grand Tour a scrittori, artisti, intellettuali stranieri
L’Ottocento ha rappresentato per Capri un periodo d’oro. L’isola azzurra, infatti, accolse tantissimi viaggiatori del Grand Tour che, innamorati della perla del Mediterraneo, decisero di trasferirsi e passare il resto della loro vita circondati dalle bellezze naturali e dal mare caprese. È in questo periodo che, nella zona di Tiberio, a pochi passi dalla residenza dell’imperatore Tiberio, fu costruita la maggior parte delle grandi dimore dell’epoca: Villa Sarah e Villa Cesina del corrispondente del Times, Henry Wreford, Villa La Schiava, il buen retiro del pittore francese Célestin Gandais, e Villa Moneta. Ancora oggi passeggiando tra le stradine dei quartieri alti di Tiberio e Cesina si ammirano queste antiche dimore con le loro particolari pergole in fiore.
La storia delle ville capresi
L’Ottocento ha rappresentato un vero e proprio periodo d’oro per l’isola di Capri e per i suoi abitanti, dando vita a quel fenomeno che oggi viene definito «turismo di massa». Durante gli anni del Grand Tour, l’Italia con le sue bellezze diventò una delle mete privilegiate di tantissimi viaggiatori – in larghissima parte europei – desiderosi di esplorare le terre dove si è sviluppata l’antica Roma. Così, tutte le mattine, il borgo marinaro di Marina Grande si trasformò in una passerella per assistere all’arrivo di centinaia di giovani aristocratici provenienti da tutta Europa che, una volta sbarcati sull’isola, ne restavano talmente affascinati da decidere di stabilire lì la propria residenza.
Da Villa Sarah a La Schiava, le dimore dei «signori»
L’accoglienza e l’ospitalità sincera dei suoi abitanti, le acque cristalline delle sue spiagge e i suoi sentieri immersi nella natura selvatica, conquistarono i cuori di artisti, scrittori e poeti, che decisero di trascorrere il resto della loro vita all’ombra dei Faraglioni.
Fu quindi durante il periodo ottocentesco che furono costruite molte delle grandi ville ancora oggi visibili in tutto il loro splendore nei quartieri di Cesina e Tiberio. Tra le più belle, Villa Moneta con il suo maestoso viale circondato da colonne bianche. Fu realizzata per volere dei baroni Costanzo nel Settecento – di loro resta una lapide di marmo all’ingresso del viale con una epigrafe funeraria – poi passò nelle mani dei Polverino, degli Auriemma, la cui figlia Rosa, nel 1819, andò in sposa a Giuseppe Bourgeois, a lungo sindaco dell’isola, portando in dote la dimora tiberiana. Ristrutturata in epoca tardo-ottocentesca, divenne la casa di famiglia dei Mongiardino, e, successivamente, del pittore Carlo Siviero. Tra i tantissimi ospiti di Capri che decisero di trasferirsi sull’isola azzurra, anche il corrispondente del quotidiano britannico Times, Henry Wreford, il quale commissionò la realizzazione di due abitazioni: Villa Sarah e Villa Cesina. Tra le stradine di via Tiberio, si lascia ammirare dai passanti anche Villa La Schiava, edificata alla fine dell’Ottocento dal pittore e paesaggista francese Célestin Gandais. A pochi passi da La Schiava fu realizzata un’altra magione con la sua caratteristica pergola a colonne, su richiesta di Augusto, il figlio di Gandais, che prende il nome di Villa Aurora.
La pergola caprese
Le case sono tra loro molto differenti, ma tutte hanno in comune un elemento tipico di quegli anni: la pergola. Se prima servivano per sorreggere le viti e ombreggiare i viali e le terrazze dei capresi, durante l’Ottocento, le pergole diventarono un vero e proprio ornamento, utile per adornare deliziosamente i terrazzi delle ville. Ancora oggi, percorrendo le piccole viuzze che portano a Villa Jovis si possono continuare ad apprezzare, seppur soltanto dall’esterno, le bellissime dimore ottocentesche dell’isola di Capri, oggi buen retiro esclusivo di facoltose famiglie di villeggianti.
Viviana Vitale
Credit:
Foto Villa Moneta
Costantino Esposito
