capri fondali
light blue under water with Sand texture

I fondali dell’isola azzurra, i tesori nascosti della storia

Nel corso degli ultimi anni sono stati molti i ritrovamenti sul fondo del mare di Capri, un’isola che ha attraversato il tempo sin dal Neolitico

Capri è un’isola dalle grandi sorprese. Chi la frequenta e la visita nei periodi più caldi dell’estate, poi torna indietro arricchito. Merito della popolazione, che accoglie a braccia aperte il turista guidandolo attorno ai perimetri nascosti di questa terra. Ma è anche merito del suo patrimonio millenario, che raccoglie le forme e i ricordi di una civiltà che ha contribuito al suo sviluppo. Tutti hanno modo, una volta attraccati al molo, di conoscere i segreti di alcuni luoghi che hanno fatto la storia dell’isola e dell’Occidente, ma ce ne sono altre che hanno ancora bisogno di riemergere. Nel corso di questi ultimi anni numerose ricerche hanno portato a galla dei frammenti di un mosaico in continuo divenire. 

I ritrovamenti del Neolitico

L’isola nella storia antica ha sempre avuto un ruolo centrale. Lo dimostrano i siti archeologici e i monumenti che vanno dal muro greco alle costruzioni di epoca romana, che videro gli imperatori Augusto e Tiberio tra i suoi maggiori artefici. Ma oltre all’influenza dei Greci di Cuma, Neapolis e dei romani, i ritrovamenti in profondità del mare ampliano non di poco l’arco temporale del vissuto di Capri. Non che questo già non si sapesse. Gli scavi avvenuti a inizio Novecento vicino all’Hotel Quisisana certificarono già la presenza di un popolo appartenente al Paleolitico, quando Capri era ancora parte della penisola sorrentina. Ma da quando l’acqua prese il sopravvento, l’isola divenne centrale nel commercio marittimo. E da qui viene in soccorso Vasco Fronzoni, subacqueo, docente e avvocato di professione. Nel 2012 riportò alla luce una strabiliante scoperta sul Golfo di Napoli: un relitto contenente dell’ossidiana di circa 5mila anni fa; un carico che risaliva all’epoca neolitica. 

L’ossidiana, un metallo prezioso per Capri

Non era un prodotto qualunque. Il metallo ritrovato non si poteva trovare nelle aree di Capri. Gli unici giacimenti di ossidiana dell’epoca erano risalenti alle zone della Sicilia (Lipari, Pantelleria), della Sardegna e nel Lazio. Le caratteristiche di questo vetro vulcanico lo rendeva particolarmente tagliente, tanto da essere adoperato come base per la creazione di armi e strumenti che potessero essere affilati e allo stesso tempo resistenti. Ma questo prima delle civiltà greche e romane, che invece la utilizzarono per altri scopi. La sua unicità fu sfruttata per dei prodotti preziosi, ma l’interessante della scoperta di Fronzoni fu che quel relitto fu uno dei più antichi mai trovati in quell’area. Grazie al sostegno dell’Università e Centro Studi Subacquei di Napoli, e il contributo della Soprintendenza Archeologica di Napoli e del Comune di Capri, si certificò la presenza di flussi marittimi lungo tutto il Golfo di Napoli. Con una conferma importante dell’isola nel commercio dell’epoca e nella produzione di elaborati di ossidiana, secondo le ultime ricerche. 

Le altre scoperte di Fronzoni

Non fu però la prima grande scoperta di Vasco Fronzoni. I suoi ritrovamenti rispecchiarono ogni lato dell’isola, una terra che non smise mai di vivere. Era stata al centro di dispute sul suo controllo sul mare, quando erano gli inglesi e francesi a dettare le regole. Il cannone dell’Ottocento riemerso negli anni Novanta a Cala del Tombosiello ad Anacapri fu una prova schiacciante della centralità di Capri nella storia recente. Ma non poteva mancare la Seconda Guerra Mondiale, che spesso torna a essere al centro della cronaca nel momento in cui vengono ritrovati delle bombe inesplose ma che non hanno ancora perso la loro indole. Ma uno dei più importanti di Fronzoni fu il rinvenimento, insieme a Enrico Desiderio, di tre blocchi contenenti mosaici e resti in marmo verso punta del Capo, a pochi passi dal Monte Tiberio, l’alta rupe dove si trova il palazzo dell’imperatore Tiberio, Villa Jovis, che divenne per pochi anni il centro del Governo di Roma. 

Riccardo Lo Re 

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