Tre giovani capresi hanno scelto l’antica arte della coltivazione e ci spiegano tutti i dettagli
La terra come scelta di vita. La storia di tre giovani e dinamici professionisti e imprenditori capresi che proprio non riescono a stare con le mani in mano e hanno scelto come hobby l’antica arte della coltivazione della terra. O forse è stata la terra a scegliere loro?
Tre amici alla riscoperta delle tradizioni
Una storia che vale la pena raccontare è quella di Salvatore Lembo, fisioterapista, Costanzo Federico e Giuseppe Cuccurullo, entrambi imprenditori e artigiani del sandalo caprese, e della loro riscoperta delle antiche tradizioni rurali dell’isola. Un’attività faticosa ma gratificante, che allo stesso tempo decomprime dai frenetici ritmi lavorativi, specialmente estivi, a cui gli isolani sono sottoposti.
Le terre di Tamborio
Prima di parlare degli uomini, diamo il giusto tributo alla terra, vera protagonista. Lo scenario è quello della collina di Tamborio, un luogo e un nome che probabilmente non dicono nulla ai più, ma ben conosciuti dagli isolani: una sorta di spartiacque fra le contrade di Tiberio e Matermania, qualche casa sparsa e tanta natura. È qui che sorgono i terreni di Costanzo, Salvatore e Giuseppe.

Tutto iniziò dal pomodoro
I tre amici sono accomunati dalla passione per un grande classico: il pomodoro e le conserve. Una pratica che prima portavano avanti separatamente e poi insieme, decisione nata durante i mesi del lockdown. L’unione fa la forza e in men che non si dica la produzione è diventata sempre più massiccia: fra i loro sogni c’è quello di far diventare la Pummarola di Tamborio, un brand d’eccellenza della produzione genuina e biologica a km 0. Per adesso il logo con le loro foto campeggia sulle etichette delle bottiglie di conserva nelle dispense dei fortunati amici che le ricevono in regalo. Da cosa nasce cosa e, oltre ai tradizionali prodotti stagionali dell’orto – spettacolari le zucche con alcuni esemplari al di sopra dei 30 kg – anche albicocche, prugne pappagona, fichi, agrumi e chi più ne ha più ne metta.

Storie di passioni e ricordi
Parliamo con Costanzo, connoisseur delle albicocche: è al lavoro alle prese con la nuova collezioni di sandali firmati Canfora e gli ordini online e ci racconta: «La mia fortuna più grande è questa, riesco a rimanere in contatto con le mie radici, con il mio lavoro continuo la storia di nonno Amedeo, con la passione della terra attingo a tutto il sapere e l’esperienza del nonno Costanzo.»
Giuseppe, competitor nel ramo calzaturiero con la sua bottega Cuccurullo Sandals e amico di terra di Costanzo, è per tutti il re delle patate: «Ho scoperto questa passione 13 anni fa, quando da Marina Grande mi sono trasferito a vivere su ‘in montagna’. Un percorso al contrario di quello di molti, che nati e cresciuti a Tiberio o ad Anacapri decidono, poi, di scendere a Marina Grande per lavorare in mare. Nonostante sia anche io un uomo di mare, nella campagna ritrovo i ricordi dei miei antenati.»
Alla fine, riusciamo a parlare anche con Salvatore, di buon mattino, di corsa fra un’impegnativa sessione di riabilitazione di un paziente e una visita all’orto. «Sai cosa mi disse un signore anziano che abita qua vicino? ‘Salvatò, d’estate esci per mare con papà e nonno e d’inverno impari l’arte della terra con l’altro nonno. Sei proprio fortunato! È proprio per questo che adesso sto rimettendo in piedi la vigna, una grande passione del nonno, è un lavoro faticoso e richiede tempo, perciò devo scappare – si congeda velocemente – poi stanotte c’è la luna favorevole, pianterò anche le patate, io ci credo a queste cose, eh!»
Ugo Canfora
