Paolo Falco, chirurgo della day surgery del Capilupi, l’unico ospedale dell’isola, si racconta attraverso i ricordi degli artisti che frequentavano Matermania
Tra l’arte e le scienze su cui si basa la medicina c’è un anello di congiunzione posto nella sempre affascinante via Matermania. Paolo Falco, medico chirurgo e coordinatore della day surgery del Capilupi, l’unico ospedale dell’isola, si racconta attraverso i ricordi degli artisti che frequentavano Matermania, la figura del nonno e la sua passione per il pittore Hans Paule.
All’hotel La Reginella e al ristorante La Palette negli anni si sono avvicendati scrittori, pittori e altri illustri personaggi che hanno segnato il gusto per il bello di Paolo Falco, specializzato in chirurgia generale che vanta, tra le tante esperienze accumulate, il ruolo di primario presso la Clinica Mediterranea di Napoli. «La Reginella» – racconta il dottore – «veniva definita l’ultimo rifugio degli artisti, quelli con cui passavo le giornate a parlare di storia e cultura, all’insegna di un’isola di Capri ancora meta di una sorta di Grand Tour del secondo Novecento, sulle orme di Norman Douglas e di Krupp.»
Un nonno iconico
Paolo Falco porta il nome del nonno Paolo, personaggio che si incastona a pieno diritto nella preziosa storia dell’isola di Capri. «Ha inventato La Palette negli anni Cinquanta e, insieme a Raffaele Vuotto, aprì il primo bar, Il Piccolo di oggi, che diede alla piazzetta la sua attuale vocazione di ritrovo, poiché prima era un luogo principalmente dedito al mercato popolare.»
Nonno Paolo era un violinista e ben presto inserì la musica all’interno del bar, divenendo anche musicista itinerante, iniziando a suonare nei vari ristoranti dell’isola. «È stato l’animatore di quasi tutti i matrimoni fino agli anni Novanta, regalando un’esibizione che era una sorta di benedizione per gli sposi.»
E nel cuore di Matermania, alla fine di via Dentecala, a pochi passi dalla piazzetta delle Noci c’è uno splendido belvedere affacciato su Li Galli, intitolato nel 2013 al maestro Paolo Falco.
La sua collezione
Se si pensa a un chirurgo, lo si visualizza alle prese con strumenti e scenari totalmente differenti, tuttavia, Paolo Falco è cresciuto nell’arte al punto da voler continuare a meravigliarsi. «Prima di andare a dormire, io devo vedere i quadri che ho in casa: è impossibile immaginarla senza. A La Palette, gli artisti ospitati pagavano con le loro opere, per questo il ristorante si chiama così: uno in particolare era Hans Paule, sbarcato sull’isola di Capri seguendo l’esempio di Diefenbach e che dominava un po’ tutta la pittura caprese di quei tempi.» Quel Paule che andò a vivere in una grotta tra i Faraglioni, trasformandola nel suo atelier vista mare, prima di entrare a far parte di quella piccola eclettica comunità che si era radunata sull’isola e che si ritrovava al caffé Zum Kater Hiddigeigei.
È questo pittore austriaco, fuggito durante la guerra, l’autore della collezione più importante in possesso del dottor Paolo Falco. «Siamo una delle due o tre famiglie» – dice con orgoglio – «ad avere una discreta collezione di Hans Paul. Abbiamo organizzato diverse mostre tra Capri e la Sardegna, terra in cui l’artista fu esiliato. Amo molto e colleziono opere anche del metodista Walter Depas: sono personaggi che non dobbiamo dimenticare.»
Un parere… da medico
Per quanto sia affascinante ascoltare il dottore a proposito della sua passione per l’arte, non possiamo ignorare la sua professione: chi, meglio di lui, può farsi garante delle proprietà rigeneranti dell’isola di Capri? «Per chi viene a viverci, può rappresentare una Apragopolis, la città del dolce far niente, come diceva l’imperatore Augusto: si sta lontano dai guai, si dimenticano le proprie debolezze. Inoltre, non c’è inquinamento, ci sono tanti percorsi per camminare a lungo, si fa una vita sana e si respira una cultura millenaria.»
L’isola di Capri, dunque, fa bene alla salute: parola del dottor Paolo Falco.
Michele Di Sarno